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Giorno della memoria, il ricordo di Cavallina al Tardini

I tifosi lo chiamavano ‘gatto magico’. Il portiere ha indossato la maglia crociata in una cinquantina di partite, nel derby vinto contro la Reggiana (4-0) e nello spareggio per la promozione in Serie B nel 1943

I tifosi lo chiamavano ‘gatto magico’. Il portiere ha indossato la maglia crociata in una cinquantina di partite, nel derby vinto contro la Reggiana (4-0) e nello spareggio per la promozione in Serie B nel 1943

Esattamente un anno fa, come oggi, nella ricorrenza della Giornata della Memoria delle vittime dell’Olocausto, in piazzale Risorgimento, davanti all’ingresso monumentale dello stadio Ennio Tardini, fu posata, su iniziativa dell’Istituto Storico della Resistenza e del Comune di Parma, una ‘pietra di inciampo’ dedicata a Renzo Cavallina, giocatore Crociato degli Anni Quaranta.

Il Parma Calcio 1913, da allora, si è ripromesso, ogni 27 gennaio, di non disperdere la sua storia, di ricordarla e di tramandarla, con i suoi valori, nell’ambito della propria comunità.

Così, nella mattinata odierna, proprio in quel luogo, i portieri della Prima Squadra (Gianluigi Buffon, Simone Colombi e Martin Turk) e della formazione Primavera (Bartlomiej Maliszewski e Alberto Rossi) hanno partecipato al ricordo insieme alle nipoti di Cavallina, Letizia e Raffaella Calestani.

Stefano Perrone e Giuseppe Squarcia, rispettivamente Direttore Operativo e Philantropy Manager del Club, hanno spiegato e raccontato il dovere di questo ricordo.

Renzo Cavallina è stato un leggendario portiere del Club crociato nel periodo precedente e successivo alla Seconda Guerra Mondiale.

I tifosi lo chiamavano ‘gatto magico’. Onorò la maglia in una cinquantina di partite, in particolare in uno storico derby vinto contro la Reggiana (4-0) e nello spareggio per la promozione in Serie B nel 1943.

Cavallina, però, fu soprattutto protagonista di una scelta e di una vicenda personale vissuta fuori dal campo di gioco da cittadino e soldato italiano, quando i campionati furono sospesi per il conflitto mondiale e i ragazzi chiamati alle armi.

Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, Cavallina, ventiduenne e padre da pochi mesi della piccola Ada, rifiutò di arruolarsi nella Repubblica Sociale Italiana (Rsi) e di combattere a fianco dei nazisti. Fu una scelta coraggiosa, che lo destinò, come Internato militare italiano (Imi) e prigioniero di guerra, nel campo di prigionia tedesco Stalag IIID di Berlino.

Cavallina sopravvisse a questa dura esperienza. Tornò in Italia nell’estate del 1945 e riprese subito a giocare con il Parma. Dopo pochi mesi dal suo ritorno, il 14 ottobre, prima giornata nella serie B-C Alta Italia, fu di nuovo tra i pali a difendere la porta dei Crociati contro l’Udinese.

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