Eguagliato il record di punti in questo momento della stagione nei campionati di A a venti squadre ma le esperienze passate invitano alla prudenza
Mai il Parma si era spinto più in alto in questo momento della stagione da quando il campionato di serie A è diventato a venti squadre. I trentadue punti raccolti dopo ventidue giornate eguagliano il precedente record firmato dalla squadra dell’allora tecnico Donadoni nel 2013-14. Tanto per intenderci, l’anno concluso con l’amara qualificazione all’Europa League poi cancellata dai noti problemi societari. Per risalire ad un miglior rendimento assoluto bisogna tornare al biennio di Prandelli tra il 2002-03 e il 2003-04 (34 e 39 il bottino) ma all’epoca erano ancora diciotto le compagini al via.
CAMMINO SIMILE. Così un riferimento indicativo può essere quanto avvenuto con l’attuale allenatore dello Shenzhen al timone e i vari Lucarelli, Parolo, Cassano e Amauri in campo. Otto vittorie, altrettanti pareggi e sei sconfitte il bilancio parziale che valeva l’ottavo posto in classifica alle spalle del duo Torino–Inter, avanti di una lunghezza, e la rivelazione Verona in zona Europa a quota 35. Ora la sesta piazza in compagnia di Milan e Cagliari è frutto di nove successi, cinque segni X e otto ko per un totale di 31 gol segnati (tre in meno della truppa di Donadoni) e 29 subìti, rispetto ai trentuno di quell’annata.
CAUTELA. Numeri che fanno sognare ma non possono bastare da soli come insegnano le esperienze negative dello scorso anno e del 2009-10, in entrambi i casi da neopromossi. Emblematico il cammino della squadra di Guidolin che esattamente un decennio fa arrivò comodamente a 28 battendo 2-1 il Bologna nel derby per poi bloccarsi di colpo e racimolare appena due pareggi nelle successive nove partite. Meno traumatico ma ugualmente significativo il crollo di D’Aversa che pareggiò in casa della Juve (una settimana prima ci fu l’harakiri al Tardini con la Spal) e da lì ottenne appena un bottino pieno in quattordici incontri salvandosi solo alla penultima giornata.
PRESENTE. L’attuale preoccupazione è più legata alla situazione infortuni perchè sul piano di gioco, convinzione e compattezza questo gruppo ha dimostrato di poter tenere questi ritmi fino alla fine. E la lezione di un anno fa è ancora ben impressa nella mente di Alves e compagni, sensibilmente migliorati anche a livello d’organico.
