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Come cambia il Parma con Kurtic: tutte le soluzioni

Lo sloveno si è presentato a Collecchio ed è già pronto per giocare: “Non sono un acquisto importante, sono qui per aiutare la squadra”

Forza, qualità, fosforo e una buona dose di inserimenti. Jasmin Kurtic porta in dote un po’ di tutto, oltre che un vento nuovo che servirà – si spera – a spazzare il malcontento per i cinque gol subiti in casa dell’Atalanta. Lo sloveno è stato accolto con grande entusiasmo da tutto l’ambiente, è stato ufficializzato dal club prima di sfoggiare la sua maglia numero 19 (lo stesso che aveva alla Spal) ricevendo subito un regalo nel giorno del suo compleanno. Un regalo speciale: la sua prima maglia crociata, donatagli dal presidente Pietro Pizzarotti in persona. Una specie di investitura silenziosa per l’acquisto più prezioso della campagna invernale. La proprietà ha investito, si è fatta trovare pronta raccogliendo i segnali del suo tecnico, ha armato il braccio di Daniele Faggiano – abile tessitore – bravo a muoversi tempo prima sbaragliando la concorrenza di Genoa e Torino e lavorando prima all’accordo con lo sloveno, poi con la Spal. Prestito con l’obbligo di riscatto che partirà a luglio 2020. Intanto Kurtic è abile e arruolabile, ha sostenuto il primo allenamento agli ordini di Roberto D’Aversa: due parole con il tecnico, per sondare il terreno, poi sotto con la tattica per averlo tirato a lucido già da lunedì, nel delicato scontro salvezza con il Lecce.IFrame

Kurtic verrà convocato, ha buone possibilità di partire dall’inizio. Il Parma con lui può scoprirsi più imprevedibile, oltre a forza e muscoli, lo sloveno porta un bagaglio d’esperienza importante e un buon numero di gol. L’anno scorso in 30 partite ne mise a segno 6, oltre a 5 assist. Numeri che il Parma ha messo insieme con tre giocatori: Kucka (4), Barillà (3) e Rigoni (2): 9 centri nella passata stagione grazie all’ausilio di tre giocatori, denunciando qualche problema in mezzo, in una mediana che ha faticato a trovare la giusta confidenza sottoporta. E Kurtic arriva nel momento giusto. L’occasione per lo sloveno è ghiotta, il feeling con Ferrara e con Semplici è andato deteriorandosi con il passare del tempo, l’ambiente non sopportava più la sua indolenza, e lui aveva bisogno di respirare aria nuova.

MEZZALA – E quella di Parma, Kurtic la sta respirando sin dalle prime ore di questa nuova vita. Una vita che propone linfa anche per D’Aversa; grazie allo sloveno, il tecnico abruzzese può proporre diverse soluzioni e aggiornare il suo scacchiere tattico. La prima: collocare Jasmin nella sua posizione naturale di mezz’ala sinistra (lui è destro, gioca a piede invertito) consentirà a Barillà di rifiatare, di trovare ristoro dopo aver tirato la carretta per così tanto tempo e non al meglio. Contro il Lecce il centrocampista calabrese sarà squalificato, il problema non sussisterà.

KUCKA NEL TRIDENTE – La seconda: avere Kurtic in mediana può non solo consentire di aumentare il peso specifico del centrocampo, inserendo nel reparto intelligenza tattica e chili, ma anche corsa e propensione al sacrificio. Così facendo D’Aversa può avanzare il Kucka qualche metro più avanti, permettendo allo slovacco di ricoprire una porzione di campo in cui si è riscoperto utile e prezioso per il Parma. Avanzando il suo baricentro – collocandosi a destra nel tridente – Juraj diventerebbe l’uomo di raccordo tra i reparti e la sua forza sarebbe necessaria per arginare le falcate degli avversari evitando che gli stessi possano avere facilità nel trovare spazi centralmente. Cosa che ha fatto nelle situazioni di difficoltà. Con Kucka nel tridente, il Parma potrebbe aspettare tranquillamente che Inglese e Cornelius recuperino, senza l’ansia di accelerare le operazioni e bruciare i tempi evitando il rischio di ritrovarsi ancora a contare i giorni.

MEDIANA PESANTE CON GRASSI… – La terza: con Kurtic e Kucka, il Parma può contare su due cavalli di razza in mezzo al campo. Nella testa di D’Aversa c’è una possibilità che vede i due primattori insieme coordinati dalla sapiente regia di Alberto Grassi. Si ridarebbe vita all’idea originaria del tecnico, la stessa che cova da Prato allo Stelvio, dove ha lavorato per forgiare Grassi come play prima che lo stesso ebbe problemi fisici che ne rallentarono la preparazione atletica certificando poi il ritardo di condizione. Insomma, un ventaglio di possibilità che a D’Aversa potrebbero fare comodo da qui alla fine di un campionato che – si spera – non sia di stenti come la seconda parte messa in scena l’anno scorso nel girone di ritorno.

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