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Ceravolo e Barillà, si riparte dalla “vecchia guardia”

In attesa di Inglese il numero 9 crociato è l’unica alternativa come terminale offensivo ma anche l’apporto di Nino risulterà prezioso nel finale di stagione

Il 7 ottobre scorso al Marassi confezionarono in coppia la terza rete del Parma sul Genoa nella prima e finora unica vittoria ottenuta senza Inglese e Gervinho. Imbucata di Barillà, colpo di testa nell’angolino opposto di Ceravolo a suggellare una mezz’ora da sogno in uno dei campi più difficili della serie A. La scena si sarebbe potuta ripetere ieri sera a Frosinone, seppur a parti invertite: stavolta il numero 9 nelle vesti di assist man e il centrocampista calabrese che con un pallonetto era riuscito a scavalcare il portiere Sportiello prima del provvidenziale salvataggio di Brighenti sulla linea.

DUE CERTEZZE. Poteva essere il gol del sorpasso crociato, quello del 2-3 che avrebbe certificato la salvezza a otto giornate dalla fine. Si è, invece, aggiunto alla lista dei rimpianti aggravata dal rigore subìto al 103′ che ha impedito di portare a casa almeno un punticino. Niente pareggio allo Stirpe ma in compenso due ritrovate certezze come Ceravolo e Barillà, che in una situazione di totale emergenza hanno stretto i denti per il bene del Parma. Grazie a loro è stata a lungo cullata la possibilità di non uscire a mani vuote dalla delicata trasferta laziale, resa ancora più impervia dagli innumerevoli infortuni della vigilia.

FABIO C’E’. L’attaccante, in forse fino all’ultimo, si è accomodato in panchina salvo poi subentrare in avvio di ripresa all’acerbo Schiappacasse e realizzare di lì a poco l’illusorio secondo pari dagli undici metri. Una botta centrale a scacciare la paura e prendersi le proprie responsabilità nel momento del bisogno. Il giusto e meritato premio in una prestazione di grande sostanza e sacrificio. Quasi a voler dimostrare in campo che, in attesa di riabbracciare Inglese, l’unica reale e affidabile alternativa in rosa è lui nonostante domenica scorsa avesse fallito davanti al pur bravo Gollini l’occasione non impossibile del nuovo vantaggio contro l’Atalanta.

CUORE NINO. Ma la “vecchia guardia” è impersonificata anche dall’instancabile Nino che al rientro dopo un mese d’assenza ha siglato il terzo centro in campionato (record personale) in maniera un po’ fortunosa e non si è mai tirato indietro fino alla fine. Facendo capire una volta di più come D’Aversa non possa rinunciare al suo cuore e ai suoi polmoni. In un finale di stagione in cui conteranno le gambe e la testa, l’apporto oscuro e prezioso di un combattente nato può sicuramente fare comodo. Al Parma “operaio” che si affida ai reduci della serie B per avvicinarsi alla salvezza.

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