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E’ un Gervinho formato nove

L’attaccante ivoriano segna ed eguaglia il record che aveva stabilito a Roma. Con l’Empoli è arrivato il nono gol, come nella prima stagione alla Roma

E sono nove: nove come i gol che Gervinho al primo anno di Roma aveva messo a segno, agli ordini di Rudi Garcia, allenatore che – assieme a D’Aversa – è riuscito maggiormente a liberare il talento dell’ivoriano e a farlo fruttare mettendolo a disposizione della squadra che intanto trae dei vantaggi importanti da queste situazioni.

Nove: mai in Italia ha fatto meglio e, considerando che ci sono ancora dodici gettoni da inserire, questo viaggio potrebbe continuare. E il raccolto diventerebbe più abbondante. Dodici partite da qui alla fine di un campionato che – al netto di qualche sbavatura insofferente – resta straordinario per numero di gol e incisività delle reti.

Reti pesanti. Tre alla Juventus, tra andata e ritorno, uno al Torino, probabilmente il più bello per la coralità assieme al tacco che ha stordito i bianconeri, uno al Cagliari, fantastico, uno all’Udinese e via andare. Quando Gervinho vuole sa diventare letale, fondamentale per il Parma e per i compagni di squadra che gli girano intorno.

In veste di assistman si è dilettato tante volte. Ma meno rispetto al passato. I suoi miglioramenti in zona gol gli hanno un po’ appannato (in senso buono) la vista. La voglia di affermarsi e dimostrare di essere non solo un velocista ma anche un uomo decisivo lo portano a cercare di più la porta e a provare la conclusione nello specchio. Ma l’assist resta comunque un suo biglietto da visita.

L’ultima lo ha tentato sabato, a Empoli, quando ha cercato di mandare in porta Barillà, bravo a capirne le sue intenzioni ma meno bravo a sfruttare l’apertura magica del compagno. Che quando sgasa lascia indietro una scia difficile da seguire. A volte si piace un po’ troppo, tende a strafare e a voler dimostrare di poter decidere ogni partita con la sua forza e la sua velocità, ma non sempre ci riesce. Questo gli è costato qualche assist, ma fa ancora in tempo a correggere il tiro e ad aumentare il bottino.

Ma se D’Aversa ha valorizzato l’ivoriano, sicuramente deve ringraziare il suo direttore sportivo Daniele Faggiano, capace di andare a prendere – nel silenzio generale dell’indifferenza – un giocatore che era rimasto in Cina per due anni, che si trascinava tra poca voglia e qualche acciacco, convinto da un progetto importante dove Gervinho sarebbe stato al centro. Un centro intorno al quale gravitano le sorti del Parma, in nome di un acquisto azzeccato, di un guizzo capace di garantire alla squadra (e alla società) carisma, fughe e strappi, oltre che gol.  Gervinho ha voglia di eguagliare un altro record: quello di segnature assolute in una stagione. Nel 2010/11 al Lilla ha segnato 15 gol in 35 partite.

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