L’ex tecnico del Parma ricorda così lo storico patron. “Era un uomo generoso e concreto dalle poche ma chiare parole”
L’ex allenatore del Parma, Alberto Malesani, vinse tre Coppe (Coppa Italia, Coppa Uefa e Supercoppa Italiana) in cento giorni in quello che probabilmente, a livello di rosa e ambizioni, fu il punto più alto dell’era Tanzi omaggiato così in un’intervista a La Gazzetta dello Sport. “Nella primavera del 1998 il lunedì dopo che avevo vinto con la Fiorentina a Parma mi invitò nella sua villa e mi propose di allenare la squadra la stagione successiva. Accettai subito. Era un uomo concreto: poche parole ma chiare. Molto chiare. Il suo ufficio scarno, pulito con nessun oggetto inutile rispecchiava il suo carattere. So che cosa è successo nel 2003, il crac della Parmalat e tutto il resto, la gente truffata, i tribunali. Accuse pesantissime per Tanzi, ma io credo che sia stato consigliato male. Per come l’ho conosciuto io era una persona generosa. Fin troppo. Era il presidente della Parmalat e giustamente ha pagato, ma ciò non significa che tutte le responsabilità fossero sue”.
PUPILLO. “Senza dubbio Faustino Asprilla. Mi convinse a riprenderlo nel 1998, anche se Tino non era più quello dei primi tempi. Mi disse: “Ha un carattere particolare, ma non le creerà problemi. E comunque ci penso io a metterlo in riga”. Quell’anno vincemmo tanto e Tino si comportò benissimo“.
RIMPIANTO. “A me Tanzi ha cambiato la vita e questo non posso dimenticarlo. E poi diciamo la verità: il mio Parma, oltre a vincere tre coppe in cento giorni, giocava davvero bene e divertiva la gente. Non abbiamo conquistato lo scudetto, è vero, ma a quel punto gli avversari erano tosti“.