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Muore a 83 anni Calisto Tanzi, ex patron del Parma

Negli anni Ottanta l’acquisto del Parma Calcio, neopromosso in serie A e che durante la sua gestione conquistò i suoi più grandi successi, tra cui la Coppa delle Coppe nell’indimenticabile notte di Wembley nel 1993

E’morto Calisto Tanzi, l’ex patron della Parmalat. Aveva 83 anni. Il suo nome è legato indissolubilmente al maxi crack del 2003 dell’azienda di Collecchio, che aveva contribuito a portare ai vertici dell’industria nazionale dopo una serie di campagne promozionali, durante gli anni Settanta e Ottanta, con alcuni protagonisti molti noti del mondo dello spettacolo.

Negli anni Ottanta l’acquisto del Parma Calcio, neopromosso in serie A e che durante la sua gestione conquistò i suoi più grandi successi, tra cui la Coppa delle Coppe nell’indimenticabile notte di Wembley nel 1993.

Il crac Parmalat e la vicenda giudiziaria

Con la scoperta del crac Parmalat, il 22 dicembre 2003 Tanzi venne iscritto nel registro degli indagati ed arrestato cinque giorni dopo. Tornato libero il 27 settembre 2004, dopo 275 giorni trascorsi tra la prigione e gli arresti domiciliari, venne poi rinviato a giudizio con vari capi d’accusa.

Il 18 dicembre 2008 venne condannato dal Tribunale di Milano a 10 anni di reclusione per aggiotaggio, in relazione alle vicende del crac Parmalat; successivamente, il 26 maggio 2010, la Corte d’appello di Milano confermò la condanna comminata in primo grado.

Il 4 maggio 2011 la Corte di Cassazione confermò in via definitiva la condanna, riducendo tuttavia la pena inflitta a 8 anni ed un mese di reclusione per intervenuta prescrizione del reato, limitatamente agli episodi contestati fino al 18 giugno 2003. All’indomani del passaggio in giudicato della condanna, la Guardia di Finanza arrestò Tanzi, conducendolo nel carcere di Parma; in considerazione dell’età di Tanzi e di quanto previsto dalla legge ex-Cirielli, si riteneva che all’ex-cavaliere sarebbero stati concessi gli arresti domiciliari, ma in un primo momento i giudici furono di diverso avviso, ragion per cui Tanzi iniziò a scontare in carcere la condanna inflittagli. Tuttavia dopo circa due anni, anche a seguito dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute, a Tanzi sono stati concessi gli arresti domiciliari in ospedale. Il processo “principale”, per bancarotta fraudolenta, celebrato presso il tribunale di Parma, si concluse il 9 dicembre 2010 con la condanna a 18 anni di reclusione

Il 23 aprile 2012 la Corte d’Appello di Bologna condannò Tanzi alla pena di 17 anni e 10 mesi di reclusione. Il 7 marzo 2014 la Corte di Cassazione confermò sostanzialmente la sentenza d’appello, salvo lievi riduzioni di pena collegate allo scattare della prescrizione per il reato di associazione per delinquere: in particolare, per Tanzi la condanna definitiva fu dunque di 17 anni e 5 mesi di reclusione, da sommare alle ulteriori condanne subite da Tanzi per le altre vicende relative al crac Parmalat. Nello stesso giorno, Tanzi perse il fratello e fidato braccio destro Giovanni, deceduto a causa di problemi cardiaci, a sua volta sottoposto ad arresto domiciliare dal 17 febbraio 2004.

Procedimento per il crac di Parmatour
Il 20 dicembre 2011 il tribunale di Parma ha condannato Calisto Tanzi alla pena di 9 anni e 2 mesi di reclusione per il filone del processo relativo al crac di Parmatour, holding di tour operator del gruppo di Collecchio.

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