La Gazzetta di Parma analizza la sfida tra i due tecnici: i numeri danno ragione all’allenatore granata
Nicola è quasi riuscito dove D’Aversa ha fallito. Questo è il titolo de La Gazzetta di Parma, in edicola oggi. Il tecnico – scrive il quotidiano – ha trasmesso la sua allergia alla sconfitta. Quando Nicola è arrivato sulla panchina del Toro, sostituendo Giampaolo, il Torino aveva 13 punti, gli stessi del Parma. Oggi, dopo 15 partite per i crociati e 14 per il Torino (una gara in meno, da recuperare la partita con la Lazio), le squadre sono divise da 11 punti. Nella scorsa stagione, il Torino con una rosa più assortita rispetto al Parma, era arrivato a -9 dal Parma, quest’anno a Torino Nicola non ha portato un credo rivoluzionario, né ha stravolto le abitudini della squadra.
Pian Piano ha inoculato – scrive La Gazzetta di Parma – la sua voglia di non perdere. E infatti su 14 partite ne ha perse solo 4. Tanto basta, quando si lotta per salvarsi, specie se qualche avversaria non è altrettanto attrezzata sul piano caratteriale. Poi magari se fa più fatica a perdere qualche volta una gara la vinci pure, e infatti, mentre il Parma di D’Aversa che la sconfitta invece di aborrirla sembra invocarla quando si va verso la fine, ha vinto una sola volta, il Torino di Nicola con tre gare in meno c’è riuscito quattro volte.
Il cambio di rotta nell’applicazione dei principi c’è stato, anche una maggiore intraprendenza in attacco, con 23 gol in 17 partite, rispetto ai 13 realizzati nelle 16 di Liverani, ma non è riuscito a responsabilizzare i calcitori, non ha trasmesso il senso del pericolo e delle conseguenze di certi errori. Nel rigenerare i vecchi e far maturare i giovani. E se non ci è riuscito lui…