
Il presidente del Lecce al Corriere dello Sport. “Prima bisogna superare l’emergenza, in caso di stop non si può omologare la stagione”
Il presidente del Lecce, Saverio Sticchi Damiani, si augura che l’emergenza finisca a breve e si possa tornare a giocare non appena le condizioni lo consentiranno. “Io auspico che la stagione in corso si concluda -ha detto al Corriere dello Sport– voto per la ripartenza, a patto che la pandemia sia superata e nessun danno possa essere arrecato alla salute degli atleti e delle altre persone coinvolte. E non bisogna arrivare tanto in là da compromettere la prossima stagione“.
TERMINE ULTIMO. “Sarebbe complicato giocare oltre metà luglio senza fare danni. Inoltre la stagione a venire deve comunque concludersi rapidamente per via dell’Europeo e dell’Olimpiade rinviati“.
NIENTE VERDETTI. “Se non si dovesse riprendere a giocare, questa stagione non può essere omologata e non può emettere verdetti. Sarebbe insensato chiedere scudetto e retrocessioni a un campionato che s’interrompe bruscamente a dodici partite dalla fine per cause di forza maggiore. L’unica eccezione dovrebbe riguardare le squadre da qualificare alle competizioni europee“.
CONTRO GLI INTERESSI. “Vado contro i miei interessi. Se riprendiamo, il rischio di retrocedere sul campo è grosso. Ora come ora non me la sento di riprendere con tutti quei morti ma se la situazione migliorasse e ci venisse chiesto questo sacrificio occorrerebbe giocare per far ripartire l’industria calcio“.
RIPARTENZA. “Sono certo che tutti i presidenti della serie A hanno ben presente l’interesse generale del calcio, che è quello di ripartire. Perchè il sistema non può restare fermo. La serie A possiede una capacità di contribuzione fondamentale per l’Italia. Il problema non sono i calciatori, in gran parte privilegiati. Lavorano con noi tante figure cosiddette minori, collaboratori, fisioterapisti e altre ancora. E la serie A dà linfa ai campionati sottostanti, a partire dalla B. Produce due miliardi che sono indispensabili all’intero movimento“.
