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Accadde oggi: Capello si rimangia la parola

Nella primavera del ’96 l’allora tecnico del Milan è pronto a legarsi per tre anni al Parma ma all’ultimo ci ripensa e sceglie il Real Madrid

Fabio Capello ci ripensa e cambia idea all’ultimo momento. Nella primavera del ’96 l’allora tecnico del Milan sembrava davvero vicino a sedersi sulla panchina del Parma ma proprio in extremis si rimangiò la parola e accettò la corte del Real Madrid di Lorenzo Sanz. In uno dei tanti “gialli” che hanno condito le trattative di metà anni Novanta, quando la famiglia Tanzi aveva già alzato l’asticella dichiarando di puntare apertamente allo scudetto.

PASSAGGIO DI CONSEGNE. Un affare già a buon punto come confermò nemmeno troppo indirettamente Scala, in procinto di lasciare i gialloblù dopo ben sette stagioni. “Capello troverà un Parma motivato e in cerca di riscatto, oltre ad una società seria e affamata di vittorie“, furono le sue parole riportate subito dopo lo 0-3 incassato contro lo stesso Milan a San Siro il 24 marzo del 1996.

ACCORDO IN TASCA. L’allenatore friulano, che si avviava a vincere il quarto titolo in cinque anni, venne anche a Parma per incontrare i dirigenti e sistemare gli ultimi dettagli del contratto di durata triennale. Il presidente Giorgio Pedraneschi girava con la bozza d’accordo in tasca e si stava già pianificando, di comune accordo, la prossima campagna acquisti ma poi qualcosa non andò nel verso giusto.

“NON VENGO PIU'”.Mi dispiace, non vengo più“. Questo il senso della telefonata che il 1° aprile (no, nessuno scherzo) spense le speranze del Parma che assorbì il rifiuto con grande classe e non alimentò polemiche. Le leggende narrano che, al termine della cena risolutiva, Capello in piena notte fece un giro in centro e, abituato alle metropoli, etichettò Parma come “città piccola e desolata“. Altri sostennero che si spaventò all’idea di allenarsi nel parco della Cittadella, in mezzo a famiglie, bambini e anziani, e qualcuno si spinse più in là legando il suo clamoroso “dietrofront” all’ordine imposto dal presidente Berlusconi di non vederlo più sulla panchina di un’altra squadra italiana.

TRAMPOLINO DI LANCIO. Don Fabio non ci mise molto ad accasarsi e firmare con il Real Madrid in Spagna, dove, tanto per gradire, trionfò nella Liga davanti al Barcellona del Fenomeno Ronaldo. Quel “no” last minute favorì l’ascesa dell’emergente Carlo Ancelotti, al debutto in serie A, che raccolse l’eredità di Scala e condusse il Parma al secondo posto in campionato.

 

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