D’Aversa torna nello Stadio che lo ha visto affermarsi nel mondo Parma. Ai tempi della Lega Pro vittorie pesanti, poi Inglese in Serie A

Si riaprte dal Franchi, lo stadio in cui è cominciato tutto. O quasi. Due anni e mezzo fa, quando il Parma di D’Aversa, cresciuto con la squadra macinando successi e distruggendo record, ha sconfitto prima il Pordenone e poi l’Alessandria, ha celebrato il trionfo di una squadra finita tra i Dilettanti e risalita di corsa verso il calcio che conta. Passando chiaramente da Firenze, una tappa fondamentale per quanto riguarda la rinascita. La stessa spinta dal riscatto del fallimento storico, quello targato Ghirardi-Leonardi, che sommerse il Parma sotto i debiti: una montagna scalata prima grazie a Gigi Apolloni, che vinse da imbattuto il campionato interregionale, poi da D’Aversa, che a piene mani attinse dalla sua sapienza tattica, grazie all’aiuto del suo direttore sportivo, Daniele Faggiano, artefice di una squadra che sterzò proprio con il loro arrivo in dicembre. Gruppo rivoltato come un calzino, rosa rivoluzionata con innesti di qualità, molti dei quali tornarono utili in Serie B per vincere l’ennesima tappa di una folle corsa che la proprietà – sapiente pure lei e oculatissima nelle scelte – si è saputa godere fino all’ultimo chilometro.

Due date resteranno impresse nella mente dei tifosi crociati: quella del 13 e quella del 17 giugno 2017. Pordenone prima e Alessandria dopo per una semifinale che resterà  nella storia e una finale vinta con grande merito, mai in discussione. L’ultimo ostacolo prima di tornare in Serie B e di ripassare per Firenze, per il Franchi, quando il Parma è tornato in Serie A e ha battuto la Fiorentina da neopromossa, posando un bel mattoncino per la salvezza dei crociati, che passò proprio dai piedi di Inglese, l’ultimo a violare la porta della Fiorentina in casa sua.