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Il mondo di Sepe: capovolto in 90′

Da ‘responsabile’ della sconfitta con il Napoli a eroe di Empoli. Intanto il Parma è al lavoro per studiare le mosse che portano al riscatto

Quello del portiere è un ruolo strano, particolare. Sempre in mezzo: tirato in ballo in ogni caso. “E’ un ruolo ingrato – diceva Reina – devi rimanere sempre lucido”. Reina, di cui Gigi Sepe è stato secondo e terzo, l’ha letta così. Ma il portiere, da che mondo è mondo, è un uomo solo.

Solo, con i suoi guanti, con alle spalle una folla inferocita che appesantisce quella sensazione di non poter sbagliare. Di avere zero possibilità di sbagliare perché se sbagli comprometti l’andamento di una partita. Oltre a te c’è la porta, la cosa più preziosa per i novanta minuti più recupero che devi difendere alla domenica. Come se fosse una cassaforte da custodire. Da solo. O quasi.

La solitudine dei numeri uno è stata spesso gestita da Sepe grazie alla sua tranquillità. Diciamo che ha un po’ la faccia sprezzante del pericolo, appare appena spavaldo con quell’andare a petto in fuori che lascia trasparire un certo grado di sicurezza. Chi lo conosce lo racconta come un atleta modello, uno che pensa solo al lavoro che fa, per il quale ha lottato ogni secondo.

Più che un lavoro, essere diventato un portiere per Sepe è un po’ la realizzazione di un sogno. Sognare a Parma, in attesa di tornare a Napoli dove ha lasciato la famiglia e tre quarti del suo cuore, è la nuova missione da raggiungere. Ma in mezzo ci sono dodici partite e un traguardo da tagliare. Poi chissà che non si possa rimanere a Parma ancora. Un anno magari, o definitivamente. Ma c’è prima da mettere la parola fine a un campionato che sta dando a Sepe soddisfazioni. Importanti.

Le due parate su Krunic sono solo le ultime, in ordine di tempo, di un portiere che ha salvato il risultato e che ha conservato momentaneamente il pari e la vittoria trasformatasi poi in un 3-3 che ha lasciato un po’ di amaro in bocca per come è maturato. Come la sua prestazione nel turno precedente. Beccato dal Tardini perché poco convinto di giocare con il Napoli, Sepe si è rimesso in pista, in silenzio e rispondendo sul campo, dove si sente più a suo agio.

Aiutato da quello che è diventato ormai un amico: Alberto Bartoli, il preparatore dei portieri allontanato dalla panchina sabato scorso e subito corso da lui per dargli un suggerimento sul calcio di rigore. Suggerimento che non è servito a tanto, ma che comunque ha contribuito a far rimanere sereno Gigi Sepe, il portiere in cui il Parma confida. Per questo campionato – e chissà – forse pure per il prossimo.

 

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