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Parma, è un problema di… testa

Continua il febbraio nero del tecnico crociato: un punto in tre partite, nove gol subiti nelle ultime quattro, tre di testa, due causati da spizzate

Due giorni di riposo, per staccare e pensare, valutare il da farsi in certe situazioni. Da martedì comincia la settimana che porta al Napoli, senza Insigne ma capace in due giornate di accatastare ben 18 occasioni da gol. Numeri pazzeschi per la peggiore squadra da affrontare in questo momento nero del Parma, che sembra aver perso la concentrazione e la voglia di combattere. Almeno questo si deduce dall’analisi delle parole di Roberto D’Aversa. “Il rammarico è che nel secondo tempo, dove abbiamo fatto meglio rispetto al primo, abbiamo subito dei gol che non si possono subire. Il Cagliari è stato più bravo di noi sul piano della determinazione. Dobbiamo lavorare su queste situazioni. E ci vuole cattiveria. Su alcune situazioni all’andata ci spaccavamo la testa”.

E’ una questione di testa quindi, quella che il Parma ha perso a fine gennaio, nel pomeriggio della rimonta con la Spal, e che sembrava aver ritrovato magicamente con la Juventus, salvo poi smarrirla in una settimana contro Inter e Cagliari. La testa che probabilmente il Parma non va più a spaccarsi (per dirla alla D’Aversa), in alcune situazioni. Non c’è convinzione? Il calo fisico a questo punto non c’entra, anche se la mediana è apparsa un po’ appannata ma certe situazioni le sbrogli non solo con la corsa, anche con la gamba. Con la testa. Dove non arrivi con il fisico, si dice anche rischiando di essere banali, ci arrivi con la testa. Ma se l’hai persa o non l’hai collegata alle gambe ci fai poco. Lo si vede anche dai passaggi sbagliati, dalla gestione di certi palloni, dalla sufficienza con cui tratti certe situazioni. La supponenza di Gervinho sabato è stata irritante: eppure ha corso. Scelte sbagliate per l’ivoriano che forse ha disputato la sua peggior partita da quando è a Parma. La leggerezza di Stulac, non al massimo fisicamente, ma apparso confuso e – con la testa – assente è solo un esempio del periodo negativo.

La testa che fa la differenza ce l’ha messa Pavoletti, non Bastoni. Dei nove gol subiti nelle ultime quattro partite, quattro sono stati realizzati di testa. Valoti, Petagna, Ronaldo e Pavoletti. Due sono scaturiti sempre da un tocco di testa: quello di CR7 che ha azionato Rugani, quello di Ceppitelli che ha azionato Pavoletti sul gol del pari. Prima era toccato a Joao Pedro suonare il campanello d’allarme, disattivato dallo stesso brasiliano sempre con la testa. Un gol di testa mancato o annullato è stato il prologo di un gol subito: due volte. Anche con l’Inter D’Ambrosio aveva fatto irruzione in area di rigore trovando terreno fertile. Annullato dal Var. Dal palo invece è stato cancellato quello di Khedira all’Allianz, dove le difficoltà di leggere i palloni alti erano state denunciate e considerate come manifesto di superiorità di una squadra forte come la Juve per quello che si pensava fosse un caso isolato. E che ora invece è una costante.

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