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Inglese, il digiuno è esagerato

Il rapporto con Pecchia, che più di tutti gli allenatori dopo D’Aversa ha provato a recuperarlo, è ottimo. Ma serve una risposta sul campo

Il gioco corale di Fabio Pecchia, che ha portato sul tabellino dei marcatori già 15 calciatori del Parma, tende a escludere sempre di più due figure che (almeno all’inizio) erano considerate fondamentali per determinare positivamente le sorti del club. Roberto Inglese sembra essere sempre più ai margini del progetto. Almeno a leggere i numeri: reduce da due panchine consecutive contro Pisa e Reggina, continua nel suo periodo di Quaresima iniziato ormai dal settembre dell’anno scorso. Senza gol da 22 partite di fila, ogni giorno fa un passo lontano dal Parma di Pecchia che, senza Vazquez, paradossalmente potrebbe avere bisogno di lui nella partita contro il Südtirol. L’allenatore lo ha sempre difeso invitandolo a non mollare di un centimetro e a lavorare per se stesso e i compagni. Intanto le parole di consolazione stridono palesemente con i numeri di una stagione, certificando come l’attaccante non sia ancora uscito da tunnel. Nell’ultimo mese non è stato mai titolare, ha giocato tre spezzoni per un totale di 71′ tra Genoa, Ternana, Ascoli, Frosinone, Pisa e Reggina. Indizi che costituiscono una prova: Inglese, a oggi, rischia di rimanere fuori dalla volata finale del Parma che ha ripreso a correre verso l’obiettivo dei playoff. La missione di Pecchia è salvare il suo attaccante che Krause, bontà sua, avrebbe voluto già spedire lontano da Parma una o due sessioni di mercato fa nel desiderio di tagliare di netto i ponti con il passato. In questo momento, Inglese e il Parma vivono una relazione complessa. Dove si avverte il disagio di proseguire insieme solo e soltanto per ‘contratto’. Cambiare aria farebbe benissimo all’attaccante che ha bisogno di ritrovare il sorriso ancora prima del gol che manca da sei mesi. La sua media è di una rete ogni 321 minuti. Dopo un inizio confortante, in cui era arrivato a segnare un gol a partita tra la terza e la sesta, si è inceppato e fatica a tornare ai suoi standard ai quali, per la verità, non si è più visto dopo l’infortunio più grave della sua carriera (2019-20). Il rapporto con Pecchia, che più di tutti gli allenatori dopo D’Aversa ha provato a recuperarlo, è ottimo. Ma serve una risposta sul campo. E chissà che non ci sia un piano per tirarlo a lucido e averlo pronto per questa coda di campionato.

 

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