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Balogh: “Impressionante il numero di infortuni simili dei miei compagni”

Il difensore ungherese in un’intervista: “Non so se è l’allenamento o la nuova dieta, ma sono migliorato molto fisicamente e da luglio non ho avuto problemi muscolari”

Prima di cominciare a giocare a calcio, Botond Balogh avrebbe voluto intraprendere la carriera di avvocato. “Chissà, forse un giorno mi iscriverò a giurisprudenza“, ha detto il ventenne difensore ungherese in un’intervista rilasciata al portale bunteto.com. Il calciatore del Parma ha parlato della sua esperienza in crociato, toccando tematiche importanti. Dal suo impiego “ho detto al club in estate che volevo giocare di più, che avrei preferito trasferirmi altrove. L’ho ribadito all’inizio di gennaio, ma mi è stato detto che avrei avuto le mie opportunità. Hanno insistono affinché rimanessi e se continuo a giocare in questo modo, avrò l’opportunità anche di andare in Nazionale (guidata dall’italiano Marco Rossi ndc)”, al rapporto con Buffon che per Balogh è “una leggenda vivente. Da piccolo ero un grande tifoso della Juventus, avevo la sua maglia e i suoi guanti da portiere. Buffon è molto diretto, cerca di aiutare tutti, mi dà anche tanti consigli durante le partite e durante gli allenamenti. È quasi sempre il primo a fare scherzi“.

Balogh ha vissuto epoche di grandi cambiamenti in casa Parma. “Sono arrivato a 17 anni e già allora facevo parte della prima squadra. Nella stagione 2020-2021 sono stato convocato dall’Under 19 alla Nazionale maggiore con altri tre compagni di squadra, e ho giocato tre campionati di Serie A e una partita di coppa. In realtà questo mi ha aiutato. Non me lo aspettavo. All’epoca Fabio Liverani era l’allenatore, gli piacevo. Poi c’è stato il cambio di tecnico: il nuovo allenatore ha preferito un giovane giocatore belga (Dierckx ndc) come difensore centrale, ma sono riuscito ad arrivare all’Europeo U21“. Una bella parentesi, prima del calvario degli infortuni: “Non voglio puntare il dito contro nessuno – dice Balogh -. Ho cercato risposte in me stesso. Molto dipende dalla preparazione fisica, dal riscaldamento, dallo stretching e dal lavoro in palestra. È stato impressionante il numero di infortuni simili che hanno avuto i miei compagni di squadra in quel periodo. Goran Pandev, ad esempio, ha subito un infortunio muscolare dopo appena due settimane dal suo arrivo. Ci ha detto che non aveva mai avuto un problema del genere in carriera. Io ho fatto un cambiamento. L’estate scorsa ho visto diversi specialisti in Ungheria e ho fatto un test d’intolleranza alimentare. Dopo l’esame del sangue si è scoperto che gli albumi, i piselli e il latte di mucca hanno un effetto molto negativo sul mio corpo. Fino ad allora non lo sapevo nemmeno, mangiavo uova fritte a colazione quasi tutti i giorni e il latte, particolarmente consigliato per gli atleti. Sono passato a una dieta completamente nuova e dall’estate mi sono allenato molto. Anche adesso vado in palestra da mezz’ora a tre quarti d’ora prima e dopo l’allenamento. Non so se è l’allenamento o la nuova dieta, ma sono migliorato molto fisicamente e da luglio non ho avuto problemi muscolari. I cambi di allenatore? Non sono nella posizione di parlare di questo tipo di scelte. Certo, non è buono per nessun club o giocatore vivere i cambi di allenatore ogni sei mesi o ogni anno. Arriva un nuovo staff con un approccio completamente nuovo. Il Parma è fallito nel 2015 ed è tornato alla ribalta grazie alla collaborazione di imprenditori locali che hanno riportato il club dalla serie D, cioè dalla quarta divisione, alla Serie A dove ha giocato stabilmente per un po’. Alla fine della stagione 2019-2020, stavamo lottando per un posto in Europa League. L’anno dopo è arrivato un nuovo proprietario, purtroppo siamo retrocessi e da allora gli allenatori sono cambiati spesso. Pecchia? Mi piace il suo approccio, per me è il migliore. Ad esempio di tenere più il possesso palla. Adesso giochiamo con quattro difensori invece che cinque. Mi piace molto anche il fatto che dica che non dovremmo adattarci all’avversario. I miei ex allenatori facevano tre o quattro allenamenti video alla settimana, dove per un’ora analizzavamo esclusivamente la tattica dell’avversario. Conoscevamo tutti per nome. In 20 partite con Pecchia è successo forse due volte che abbiamo analizzato l’avversario in maniera così approfondita. Si fida di noi e noi ci concentriamo sul nostro gioco. Questo è molto positivo per me. Mi chiede spesso di gestire la difesa.  Con D’Aversa si parlava solo italiano nello spogliatoio, mentre con Maresca, che veniva dal Manchester City, si parlava italiano, francese, spagnolo e inglese. Pecchia mi dice di parlare il più possibile in italiano, ma parla bene anche l’inglese. Cosa mi aspetto? Dopo aver giocato in Serie A mi aspettavo di più da me stesso. L’esperienza più piacevole della scorsa stagione è stata quella di essere stato convocato nella Nazionale di Marco Rossi. Non ho potuto giocare per molto tempo a causa degli infortuni. Nell’ultimo mese e mezzo sono stato stabilmente tra i titolari e questo è un bene per me“.

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