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Corvi, debutto da sogno per un figlio di Parma

Da sempre tifoso crociato, da sempre portiere

Ricorderà a lungo questo giorno, Edoardo Corvi. Un sabato diverso, sotto tanti aspetti, un sabato che ha preso i suoi 21 anni, attraversati da una adrenalina insolita per tutta la settimana e poi li ha scossi. Un pensiero costante: il debutto al Tardini, lo stadio che da anni frequenta in pianta stabile e che adesso è diventata la sua seconda casa. Da tifoso prima, da difensore dell’orgoglio crociato e dei suoi colori preferiti adesso che è diventato ‘uomo’: un uomo simbolo figlio della sua Parma, cresciuto con il mito di chi adesso gli dà i consigli e vive accanto a lui gran parte della sua giornata. Gigi Buffon lo ha stretto in un abbraccio, gli ha indicato la strada che 28 anni fa lui stesso ha percorso. 

Il pomeriggio di Edoardo Corvi è cominciato una settimana fa, un po’ per caso. Per caso quasi come quando ha cominciato a fare il portiere. Un ruolo che ha scelto con coraggio. Saranno stati i guanti che la nonna Giò gli ha regalato, sarà stata la sana incoscienza o la spensieratezza innata che accompagna i numeri uno. Fatto sta che un giorno, in giardino, mamma Simona l’ha trovato con la nonna intento a inumidire i suoi nuovi guantoni da portiere, scintillanti. Che riflettevano nei suoi occhi la voglia di calcio, tradotta poi in vari inviti ai suoi amichetti impegnati a testarne i riflessi e al Parco e a scuola. “Io paro i vostri tiri”, diceva a un certo punto, smettendo di correre per il campo e impugnando quei guanti riempiti di sputi per garantirsi una presa migliore: trucchi da portiere che gli ha lasciato la nonna Giò. La vita di Edo, per larghi tratti si è divisa tra la figura della nonna e la sua famiglia, la scuola e il campo di calcio del Felino. Andava agli allenamenti senza saltarne uno, neanche quelli facoltativi e rimaneva a casa solo al lunedì. Borsa da calcio e zaino con dentro i libri, un diploma da ragioniere e il sogno di difendere, un giorno, la porta della squadra della sua città. In mezzo sacrifici, rinunce e costanza e alla fine la gratificazione. Benedetta anche da Dejan Kulusevski, il suo amico più caro nel mondo del calcio.

La sera prima, da Londra, il pensiero dell’ex talento del Parma oggi al Tottenham è arrivato fino a Collecchio dove Corvi era in ritiro con la squadra prima della delicata partita contro la capolista Reggina. Un debutto di fuoco per il portiere del 2001, che magari in porta ‘sparisce’ un po’, per via di una statura che non è imponente, ma compensa con l’agilità e la partecipazione alla costruzione dal basso. Mancino naturale, concentrato e attento su Fabbian al 7′, quando ha neutralizzato il suo colpo di testa. Un paio di indecisioni nelle uscite, ma il primo tempo è filato via con qualche rischio. Bravo a neutralizzare in parata bassa il tiro debole di Canotto al tramonto dei primi 45′. Poi resta attento, ben protetto dai suoi, esulta ai due gol del Parma e festeggia sotto la curva con Buffon e compagni.

E pensare che poteva andarsene a giocare in Serie C. Qualche richiesta è arrivata al tavolo del Parma, ma per Corvi non è stato difficile scegliere: rimanere in crociato è stato sin troppo semplice per chi sente il peso e la responsabilità di dover rispondere alla chiamata di una città intera, cresciuta con lui. Tutte la trafila delle giovanili, prima di sentire l’Aida accompagnarne l’ingresso in campo. Forse come se l’era immaginato Edoardo, accanto a Vazquez e con i consigli di mamma Simona nel cuore. Uno sguardo verso la Nord che lo ha abbracciato da subito, le raccomandazioni di Delprato, il minuto di raccoglimento in memoria di Enrico Cannata e un sospiro lungo: 90 minuti.

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