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Turk: “Sono in un grande club, torneremo in Serie A”

Il portiere sloveno: “Ho cominciato tra i pali in un’amichevole. Buffon? Non si vuole fermare, difenderà ancora i pali per un po’ “

E’ una delle più belle sorprese del Parma, Martin Turk. In una stagione complicata, il portiere sloveno si è dimostrato parecchio affidabile, risultando sicuro tra i pali e trovando una certa continuità nelle prestazioni, a causa degli infortuni di Buffon e Colombi. A Sport Klub, sito sloveno, Turk ha raccontato qualche aneddoto originale della sua giovane carriera: “All’inizio ho giocato in molte posizioni – ha detto il portiere crociato – ho cominciato a difendere i pali durante  una partita amichevole da ragazzo. Erano rimaste solo le maglie rosse da portiere. Io mi sono offerto volontario. Ho difeso la mia porta nel primo tempo, ho fatto abbastanza bene, e l’allenatore ha deciso di continuare a schierarmi in porta. Così sono diventato un portiere“.

Ma come è arrivato a Parma? Luca Piazzi, responsabile del settore giovanile, lo ha visionato a lungo in patria. In slovenia l’ha notato durante un incontro della Nazionale giovanile. “Mi hanno visto 15 anni e subito hanno parlato con i miei genitori e mi hanno lasciato decidere. Se io ero pronto a lasciare casa, loro erano pronti a prendermi. Ho deciso di andare. Conoscevo già l’italiano perché lo imparavamo a scuola. L’Italia è vicina. Sono andato da solo, vivo in accademia e sto bene. All’inizio non sapevo nemmeno quanto fosse storico questo club. Dopo essere entrato in sede e aver visto tutti i trofei, letto i grandi nomi, mi è subito stato chiaro che il Parma è una grande società. Volevamo tutti tornare in Serie A il prima possibile, ma sfortunatamente non ce l’abbiamo fatta. Già dalla prossima stagione, la pressione sarà ancora maggiore. È un grande club, vogliamo tornare in Serie A

Chiamato in causa da Iachini per la partita contro il Pisa: “L’ho scoperto due giorni prima della partita. Sapevo che poteva essere un’opportunità per mettermi in mostra e l’ho colta subito. Prima della partita Buffon è entrato nello spogliatoio per sostenermi. Mi ha detto di parare tutto quello che potevo. Che sono bravo e che era sicuro che tutto sarebbe andato bene. Mi ha tranquillizzato molto. Quando l’ho visto per la prima volta, non sapevo nemmeno come rivolgermi a lui. Ero nervoso. Ma poi mi ha fatto sentire a mio agio. È rilassato, sorride e vuole ancora imparare. È una leggenda. Mi tratta con grande rispetto. Non come un ragazzino, ma mi vede come un compagno di squadra che potrebbe aiutarlo. Puoi sempre contare su di lui. Non mi aiuta solo con le cose da portiere, in campo, mi aiuta anche nel prepararmi per la partita. Il suo consiglio, che più mi è rimasto impresso, è che nelle situazioni in cui è necessario rispondere rapidamente, devo sempre scegliere la prima idea che mi viene in mente. Quando si ritirerà? Non si vuole fermare. Difenderà i pali ancora per un po’. Sicuramente nella prossima stagione, se non due. È ancora un portiere di alto livello, anche se fisicamente ovviamente non è più al massimo come lo era 10, 20 anni fa. Ma ha molta esperienza ed sa con anticipo quello che sta succedendo sul campo. È un grande motivatore, sa comunicare fuori e dentro i campi da calcio”.

 

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