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Melli: “Ho la sensazione che ognuno giochi per se stesso”

L’ex attaccante del Parma: “Ci avevano detto che avremmo visto un gioco incentrato sul possesso palla. Oggi lo schema è palla a Mihaila o Man che si accentrano e provano il tiro”

E’ tornato a parlare del Parma, l’ex gloria crociata Sandro Melli. Da attaccante quale è stato, conosce bene alcuni movimenti e certe dinamiche che ieri ha cercato di spiegare durante Bar Sport, la trasmissione di approfondimento in onda su TvParma: “Quando sei favorito e quando giochi in una società come il Parma, in Serie B, è anche umano e fisiologico avere la pressione addosso, soprattutto quando le vittorie non arrivano e sei vista come la favorita del campionato. Dall’anno scorso sono cambiati quasi tutti i giocatori, quindi non si può ipotizzare che il gruppo attuale risenta ancora della retrocessione a livello psicologico. C’è tanto da lavorare in quella squadra qua, obiettivamente ci sono molte cose da sistemare. Come ha detto Maresca giustamente questa è una squadra che ha delle paure, e lo si è visto nelle partite con Frosinone e SPAL, quando eri in vantaggio e ti fai recuperare al 90′, o comunque nella gara di ieri, che sei in superiorità per oltre mezz’ora e non riesci a vincere. Questo è un gruppo che ha delle insicurezze in tutti i reparti, a parte che in porta, perché li siamo a posto“.

IL GIOCO –Le direttive di un allenatore le recepisci dopo tre mesi, o per lo meno l’identità da adottare. Ad oggi io non ho ancora visto in queste otto partite dei miglioramenti: mi sembra di vedere ancora come alla prima gara una squadra che gioca a fiammate, senza uno sviluppo del gioco né con un’idea di pressing alto che si prospettava. Oggi si pensava di essere un po’ più avanti, invece gli altri reparti sono ancora cantieri aperti, e parlo di reparti presi al singolare perché non si vede ancora un’unità di squadra: in attacco quei tre sono bravini, ma ho la sensazione che giochino un po’ ognuno per sé stesso. Fare fatica all’inizio è normale, quando cambi così tanto e prendi così tanti stranieri, ma dopo tre mesi si pensava saremmo stati più a buon punto”.

LA PARTITA – “Ieri è vero che avremmo meritato di vincere, ma abbiamo giocato contro un Monza debole che ha giocato più di mezz’ora in 10 uomini. Se la vuoi vincere ti metti lì, li metti sotto, non escono più dalla loro metà campo e la vinco di forza. Invece hanno continuato a fare lo stesso gioco, allo stesso ritmo e hai anche rischiato un paio di volte in contropiede. Non ho proprio visto, a livello agonistico, quella voglia di buttarla dentro e di portarla a casa in qualche maniera. Secondo me manca la cattiveria e la voglia: o non sono state recepite o non sono state trasmesse. Non dico che non si impegnino, ma tutti fanno solamente il loro compitino“.

ATTACCANTI – Manca un centravanti con altre caratteristiche. Ci avevano detto che avremmo visto un gioco incentrato sul possesso palla, sugli uno-due e allora a quel punto Tutino sarebbe stato perfetto per quel tipo di calcio che si ipotizzava, ma ad oggi non è così. Oggi lo schema è palla a Mihaila o Man che si accentrano e provano il tiro. Io reputo Inglese il giocatore più forte che abbiamo, ma quello che conosciamo noi e non quello di oggi, che sembra non possa stare neanche in campo per la condizione che mostra. Deve essergli capitato qualcosa perché non si spiega un’involuzione di questo tipo. Lui mi piace sia come ragazzo che come giocatore, è un peccato“.

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