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E’ Kucka l’anima del Parma

Ennesima dimostrazione di duttilità tattica (si è mosso partendo da destra ma anche per vie centrali), riprova del fatto che in lui il calcio di Roberto D’Aversa raggiunge la sua massima espressione

Il giorno dopo è quello dei bilanci. Ma, inutile girarci attorno, tra una riflessione e l’altra un po’ tutti abbiamo sentito una fitta al cuore. Quella che ci ricorda che sì, contro la Sampdoria è andata proprio in quel modo. E che per quel modo si intende non solo la sconfitta, ma anche una partita girata malamente dopo un inizio più che generoso del Parma. Fitte del genere rischiano di togliere speranze nonostante rimangano ancora 19 partite e 57 punti sul tavolo.

Dolori del genere rischiano anche di cancellare tutto e portare via anche aspetti non certo trascurabili del match che si è portato via il girone d’andata più sofferto da sette anni a questa parte. Il principale di questi ha un nome e un cognome: Juraj Kucka. Due anni e nove giorni dopo aver firmato con il Parma ha messo in campo tutte le energie per una prestazione che purtroppo non passerà alla storia, ma soltanto per via del risultato finale. Che dire, infatti, della sua partita? Ennesima dimostrazione di duttilità tattica (si è mosso partendo da destra ma anche per vie centrali), riprova del fatto che in lui il calcio di Roberto D’Aversa raggiunge la sua massima espressione. Non ha segnato, cosa che gli è accaduta 13 volte in maglia crociata.

Ma ci è arrivato tremendamente vicino con due soluzioni dalla distanza: destro sulla traversa e sinistro a impegnare Audero. Non sta però nelle statistiche il punto della questione. È altrove. È in quell’ animus pugnandi dimostrato dal primo all’ultimo secondo, nonostante un altro colpo rimediato alla testa dopo quello tremendo di una settimana prima al pronti-via di Reggio Emilia. Kucka è stato il cuore e l’anima del Parma. O, meglio, è stato la trasposizione in campo delle sofferenze dei tifosi. Mai così distanti eppure mai così vicini a un Parma desideroso di rivincite e sfortunato.

Kuco è stato una spanna sopra gli altri, anche gli avversari del suo derby personale. E l’ultima fitta al cuore sta proprio qui, nell’amara consapevolezza di non poter celebrare degnamente una partita come quella dello slovacco. Una partita che meritava di entrare dritta dritta nel museo del Parma insieme a quelle di altri grandi della storia crociata. Buffon a Dortmund, Crespo al Delle Alpi, Frey nello spareggio di ritorno e via dicendo. Chissà che non sia soltanto un appuntamento rinviato. La storia recente, del resto, avrebbe di che risarcire non soltanto lui ma tutti i tifosi gialloblù.

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