L’ex presidente del Parma analizza la situazione: “Dei vecchi non se n’è andato nessuno, nessuno li ha voluti neanche in saldo”
“È indubbio che si stia attraversando un momento difficile e complesso da gestire, ed è inutile ricordare tutte le vicissitudini. La responsabilità di questo momento negativo, sempre per tanti, come spesso succede nel calcio, è stata individuata nell’incapacità dell’allenatore e già se ne richiede , a gran voce dopo otto partite, l’esonero , pena una retrocessione certa”. Comincia così la disamina di Fulvio Ceresini, direttamente dal suo profilo Instagram l’ex presidente ‘ammonisce’ chi vorrebbe un ribaltone in panchina. “Io, contrariamente a tanti tifosi , non ho certezze in assoluto, figuriamoci nel calcio e cerco sempre oltre che a guardarle le partite, anche di vederle per provare a capire le cause che possano condizionare le prestazioni in campo. L’allenatore, da poco arrivato, è stato ingaggiato dalla vecchia proprietà, con il benestare della nuova che , in quel momento stava trattando l’acquisto della società e non poteva ancora determinare nulla, ed è stato preso, per un progetto di ringiovanimento della rosa con cessione di chiunque avesse richieste sul mercato, per cercare di abbassare il monte ingaggi e l’inserimento di giovani“. Dopo le premesse, Ceresini continua: “I giovani, non in prestito dalle grandi squadre, ma di proprietà, bravi o meno lo si vedrà, sono arrivati. Dei vecchi invece non se n’è andato nessuno, nessuno li ha voluti neanche in saldo. E già qui … primo e vero grande problema per l’allenatore che si è trovato suo malgrado a dover gestire diversi giocatori, per caratteristiche , per abitudini e per età , non proprio funzionali al suo modo di fare calcio e di proporre un certo tipo di gioco“.
“Ha capito abbastanza in fretta – continua l’ex presidente del Parma – visto anche l’indisponibilità di diversi nuovi, che doveva cercare di metterli nelle condizioni di poter avere qualche certezza in più e ha cambiato modulo tattico.
Ne è uscita ahinoi, una squadra senza identità che non attacca e non difende, come spesso accade, la toppa si è rivelata peggio del buco. Tutta colpa Sua? Potrebbe essere, ma per me vedere domenica a Roma giocatori che passeggiano in campo, giocatori che non fanno un fallo e non prendono un’ammonizione, che prendono gol e allargano le braccia abbassando la testa per me non è accettabile , non c’è modulo o allenatore che tenga“.
Poi un consiglio a Liverani: “Bisogna far scendere in campo senza più remore chi ritiene più funzionale al suo gioco senza preoccuparsi del nome di chi si siederà in panchina o in tribuna, ricordando a tutti che se è vero che il loro nome sulle maglie è scritto in grande è però e non a caso scritto dietro la schiena, mentre il nome del Parma, che è si scritto in piccolo, è scritto nello scudetto sul cuore. Il Parma è l’unica cosa che conta.
Forza Parma Sempre“.