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Il modello Parma è ok: il maxi ritiro potrebbe partire comunque

Il club è pronto a partire comunque: si adeguerà agli eventuali ‘aggiustamenti’ del protocollo

Si ha la sensazione che, seppure ci sia qualcuno evidentemente intenzionato a spingerlo, il pallone non rotoli più fluido. Si impantana in mezzo a decreti e a una burocrazia che in Italia è difficile da decifrare. Di questi tempi poi, neanche a parlarne. La riunione tra la Lega Serie A e la Federazione non ha prodotto nulla di fatto: tutti fermi sulle proprie posizioni, con i tre nodi da sciogliere che riguardano la gestione della positività eventuale di un giocatore, con la modifica del punto del protocollo che mette in quarantena tutta la squadra; il maxi ritiro (ci sono tante squadre che non sono pronte, il Parma non è tra queste, essendosi mosso settimane fa con interventi mirati) e la responsabilità dei medici sociali. Sarebbero questi i punti da rivedere, in attesa di un nuovo intervento ministeriale, destinato probabilmente a far slittare qualunque decisione verrà presa a proposito.

In casa Parma si aspetta, ma l’attesa non contempla certo immobilismo. Il modello organizzativo messo in piedi dal club crociato (che assieme alla Juventus è l’unico della Serie A a poter disporre di un piano organizzativo e operativo consono alle esigenze del momento) è ormai entrato in vigore. La sanificazione degli ambienti è stata dall’inizio dell’emergenza effettuata, i giorni immediatamente precedenti al week end sono serviti per i tamponi e i test sierologici presso il centro sportivo. Al Secondo tampone seguiranno i classici esami di routine sotto il controllo dell’area medica del Parma, capitanata da Giulio Pasta e dal dottor Paolo Manetti, referente per la società. Un modello organizzativo messo in piedi grazie a uno sforzo profuso da tutte le componenti, monitorato dal delegato alla sicurezza del club Stefano Perrone e messo in atto dal team manager Alessio Cracolici con l’ausilio dell’area medica con vista al 18 maggio, al maxi ritiro che – probabilmente – verrà iniziato comunque il 18 in casa Parma, a prescindere dalle valutazioni di merito sulle indicazioni previste dal protocollo e in attesa di eventuali aggiornamenti.

Il gruppo squadra, composto da calciatori, staff tecnico, fisioterapisti, magazzinieri e team manager potrebbe essere per tanto atteso per le due settimane da trascorrere nel centro sportivo dove si riprenderà a respirare un pizzico di normalità, ancora lontana visto che gli spogliatoio resteranno off limits e che i calciatori possono cambiarsi solo ed esclusivamente nelle proprie stanze, munite di docce. Così, mentre il calcio cerca di trovare un punto di incontro, il Parma ha dato la sua massima disponibilità al lavoro collettivo per raggiungere un accordo che soddisfi tute le parti in funzione della ripresa prevista al momento per il 13 giugno, e intanto lascia intendere che – anche se le altre squadre continueranno con gli allenamenti individuali perché non dotate di strutture né di centri che provvedono alla sistemazione dei gruppi – potrebbe anche continuare a percorrere la via del maxi ritiro, blindandosi a Collecchio dove è stato messo in piedi un modello organizzativo all’avanguardia nel rispetto di tutte le indicazioni e disposizioni di sicurezza.

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