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Palle inattive, gioie e dolori

Nell’emozionante pareggio di Empoli spiccano pregi e difetti delle due squadre che hanno colpito su situazioni di calcio da fermo

In molti hanno notato l’esultanza di D’Aversa al primo vantaggio firmato da Gervinho, sugli sviluppi di uno schema ben preciso provato e riprovato in allenamento. La punizione battuta rasoterra da Siligardi dentro l’area ha colto alla sprovvista la retroguardia dell’Empoli e permesso all’ivoriano di trovarsi a tu per tu con Dragowski, saltarlo agevolmente e depositare in fondo al sacco a porta sguanita.

PUNTO DI FORZA. Scatenando la comprensibile gioia del proprio allenatore che evidentemente sperava in cuor suo di poter far male in quel modo ai toscani. E di tornare a colpire con un fondamentale su cui concentra spesso le sue attenzioni in settimana e che già in passato aveva regalato tante gioie al Parma. Meno quest’anno in serie A, dove la fisicità degli avversari e uno studio più approfondito da parte dei vari staff impedivano di mantenere la stessa frequenza sotto il profilo realizzativo.

GIOIE…A Empoli contro la difesa più battuta del campionato si è registrata una netta inversione di tendenza. Non solo l’asse SiligardiGervinho ma anche le due successive reti di Rigoni e Alves sono arrivate su azioni di calcio da fermo: il centrocampista ex Genoa, allo scadere della prima frazione, ha girato di testa nei pressi del secondo palo un lungo traversone del capitano portoghese in avanscoperta che poi a meno di dieci minuti dalla fine è riuscito a deviare sottomisura la girata di Kucka. In entrambe le occasioni era partito tutto dal mancino educato di Siligardi che aveva calciato la punizione dal lato sinistro dell’area e poi il corner a rientrare da destra.

E DOLORI. Fin qua le note positive perchè, in realtà, anche i tre gol dell’Empoli sono scaturiti in circostanze simili. Oltre al rigore di Caputo, concesso per una scivolata fuori tempo di Gagliolo, i difensori Dell’Orco e Silvestre si sono fatti trovare al posto giusto nel momento giusto in seguito a situazioni da palla inattiva. Non direttamente ma sfruttando, nel primo caso, il lavoro di Farias a destra e nel secondo una convulsa mischia in area che, complice la leggera deviazione di Alves, ha determinato il 3-3 finale.

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