Il direttore sportivo del Parma Daniele Faggiano aveva sistemato ogni dettaglio per l’acquisto dell’attaccante da lui scoperto ai tempi del Noicattaro in C2
Sabato a Empoli, per la quarta volta, il Parma si troverà contro l’attaccante a cui è stato vicinissimo nell’estate del 2017. Quel Caputo che Faggiano ha cercato di prendere in tutti i modi e che, a causa dell’imposizione di Gozzi, presidente dell’Entella, è finito all’Empoli, dove si sta ritagliando il suo spazio a suon di gol (11 per la precisione) anche in Serie A, alla faccia di chi diceva che certi attaccanti – tra questi anche lui – non potessero ben figurare nella massima serie. Per Caputo Faggiano si è speso tanto, ha garantito, meglio del direttore sportivo del Parma probabilmente non lo conosce nessuno calcisticamente. E anche non.
Perché in fondo Faggiano è stato il suo mentore, colui che lo ha scoperto e lo ha avviato verso la strada del professionismo. Insieme a Noicattaro, in C2, a Bari, a Siena, piazze in cui entrambi hanno trionfato. Insieme ovunque, ma non a Parma, quando l’affare era già fatto, sistemato, definito e … saltato nel giro di una notte. Quella di Ferragosto. Quando per un capriccio di Gozzi, bravo a far valere la sua decisione e a rifiutare l’assegno del Parma, Caputo finì all’Empoli.
Andando a rinforzare la leadership di una squadra costruita per vincere la Serie B. E che vinse, stravinse. Ventisei gol nello scorso campionato, due dei quali al Parma, undici in questo. All’andata si è fermato al palo, al ritorno davanti al ‘suo’ direttore sportivo vorrà farsi notare. Ancora di più perché l’Empoli, assieme al Parma, si gioca la salvezza.