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La ricetta del capitano: “Lavorare ancora più duramente”

Il difensore Bruno Alves ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta di Parma parlando del momento difficile della squadra ma anche del suo futuro

Il difensore portoghese Bruno Alves si è confessato in una lunga intervista rilasciata alla Gazzetta di Parma, partendo ovviamente dall’attualità e da un momento difficile da mettersi alle spalle al più presto. “La cosa principale è che noi dobbiamo continuare a credere fortemente in quello che stiamo facendo. Seguire il tecnico, gara dopo gara, e niente deve cambiare nelle nostre convinzioni, anche se a volte giochiamo male e perdiamo. Non dobbiamo lasciare che qualche risultato sfavorevole cambi il nostro atteggiamento verso il lavoro e le nostre idee. Siamo gli stessi giocatori, tecnici e dirigenti che sono arrivati così in alto in poco tempo, e resteremo noi stessi, con la stessa mentalità. E’ naturale avere alti e bassi in una stagione lunga e difficile come quella di A, ma dobbiamo avere la personalità e il carattere per superare gli ostacoli. Non bisogna mai voltarsi indietro e rilassarsi. Non dobbiamo cambiare una virgola a causa degli ultimi risultati. Anzi forse in una cosa sì: lavorare ancora più duramente“.

LA FASCIA DA CAPITANO.E’ la squadra che riconosce in te la personalità giusta per fare il capitano, conta più quello dell’anzianità di maglia. Per me è bello che dove vado, compagni e allenatori vedano in me la persona giusta“.

D’AVERSA.Mi ha accolto qui a 36 anni e mi ha fatto diventare un difensore più forte. E non ha migliorato solo me, ma l’intera squadra portandola a livelli altissimi. Lo posso solo ringraziare“.

LE ESPERIENZE IN GIRO PER L’EUROPA. L’importante è essere sempre aperti alla conoscenza. Non pensare mai di aver finito di imparare. Aver voglia di conoscere cose nuove. Il calcio è uguale ovunque ma anche diverso. Per me è stato importante apprendere dalle varie culture ma anche dai diversi modi di intendere il calcio, in campo e fuori. Così si diventa più completi“.

TENTAZIONE JUVE.In effetti ci sono andato vicino, ma adesso per me la faccenda è passata e penso solo a fare bene qui a Parma, dove ho firmato il contratto per un’altra stagione. Piuttosto mi resta il senso di gratificazione per aver visto apprezzato quel che ho fatto in questi sei mesi a Parma. E credo che questa sia una bella storia per tutti: a 37 anni esser vicini alla Juve non è facile ma se ci si impegna a fondo, se si crede in se stessi, nel calcio tutto è possibile“.

IL FUTURO.Non ci penso adesso, ho in testa ancora quel che devo fare come calciatore per il Parma. Sono uno che vive giorno dopo giorno. Quel che ho in testa adesso è solo come poter esser, l’anno prossimo, un giocatore migliore di quel che sono adesso. Quando smetterò penserò a cosa fare: il calcio mi ha dato tantissimo, ma è un frullatore che ti lascia poco tempo per pensare. Me lo prenderò e deciderò se fare l’allenatore“.

 

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