Federico è nato nel 1997 proprio durante la militanza del padre Enrico in gialloblù che lo portava fin da piccolo agli allenamenti
MAI AVVERSARI. Il gol di San Siro è stata una liberazione tanto che subito dopo si è tolto la maglietta rimediando un’inevitabile cartellino giallo. Ma anche il “Boxing Day” di Federico Chiesa avrà un sapore particolare perchè affronterà per la prima volta in carriera il Parma, proprio la squadra in cui il padre Enrico militava quando lui è venuto al mondo nell’ottobre del ’97. A differenza del figlio di Thuram, Marco, nato a Parma due mesi prima, la famiglia Chiesa preferì non spostarsi da Genova, la città natale dell’ex attaccante di Nazionale, Samp, Fiorentina e Lazio.
I PRIMI CALCI. Questo però non impedì al baby Chiesa di cominciare a respirare aria di calcio sui campi e nello spogliatoio del Parma dove il papà di tanto in tanto lo portava ancora nel passeggino. In quelle occasioni ebbe modo di incontrare Buffon, ritrovato vent’anni dopo da avversario tra i pali della Juve e chissà che quei primi tiri tra Certosa e Collecchio non lo abbiano fatto innamorare del mondo del pallone.
IL PADRE A PARMA. Nelle sue tre stagioni al Parma, dal 1996 al ’99, Chiesa senior totalizzò 120 presenze e 55 reti tra campionato e Coppa, la più importante delle quali nella finale di Coppa Uefa del 12 maggio 1999 a Mosca sull’Olympique Marsiglia. Entrata in bacheca a distanza di una sola settimana dalla Coppa Italia vinta proprio a Firenze. In un ciclo d’oro accanto al gemello del gol Crespo sotto la guida di Ancelotti e Malesani che incluse l’esordio in Champions, tripletta nel preliminare ai polacchi del Widzew Lodz, e chiuso forse in anticipo per scelta dell’allora dirigenza ducale che prese il brasiliano Amoroso, capocannoniere dell’ultimo campionato, e lo vendette senza troppi scrupoli alla Fiorentina.