Il presidente di Nuovo Inizio apre l’album dei ricordi: “Loro erano una squadra forte, favoriti e straconvinti di vincere. Poi…”
Marco Ferrari, di derby se ne intende. Nella stagione 2016-2017, prima dell’exploit dei playoff che ha spalancato le porte della Serie B al suo Parma, ne ha vinti due su due. Leggendario quello del Mapei Stadium, targato Giorgino-Baraye, dominato in lungo e in largo a casa della Reggiana. Più spigoloso quello del Tardini che si è giocato in un acquitrino. La zampata decisiva è stata ancora di Yves Baraye, l’uomo che a fine partita ha abbracciato come se fosse un figlio sotto la pioggia battente. Ieri sera a Bar Sport, nel talk show di 12TvParma condotto da Marco Balestrazzi, Ferrari ha riaperto l’album dei ricordi sfogliando le foto più belle relative a quelle due partite.
“Spesso si parla della antinomia tra vincere il campionato e vincere il derby, quasi come se voler vincere il derby fosse un po’ da provinciali, riduttivo rispetto all’obiettivo di andare in Serie A. Ma è un dibattito che ha poco senso. Sono convinto che al di là dell’importanza della sfida per la rivalità tra le 2 città, il risultato del derby ti possa portare o togliere punti nelle partite successive. Può essere un fantastico generatore di entusiasmo o al contrario scatenare ansia, paure e tensioni. Non c’è bisogno di scegliere o di preferire una cosa o l’altra. La verità è che vincere il derby può aiutare a vincere il campionato”.
L’album dei ricordi si sofferma poi sulle ultime sfide con i cugini. “Per noi è stato – soprattutto all’andata ma anche il ritorno – il crocevia della stagione” ricorda il Presidente di Nuovo Inizio. “All’andata venivamo da un momento molto particolare, con il cambiamento di tutti i dirigenti tecnici. Persone che stimavamo, che avevano fatto la storia del Parma Calcio, ma eravamo convinti di dover prendere quella decisione. Eravamo consapevoli del rischio, se fosse andata male, ci avrebbero – giustamente – massacrato tutti. E per raddrizzare la stagione, il crocevia fondamentale era proprio il derby a Reggio dopo 20 anni. Loro erano una squadra forte, favoriti e straconvinti di vincere. Ricordo la coreografia di tutto lo stadio e l’ostilità dell’ambiente. Poi come è andata ce lo ricordiamo tutti. Ma anche al ritorno il derby è stata una partita fondamentale. Arrivavamo da un altro periodo tremendo. C’era appena stato il caso di Parma-Ancona, con le accuse assurde di calcioscommesse che avevano mandato in tilt tutti, avevamo poi perso a Bassano e in casa con il SudTirol. Ancora una volta quel derby sotto la pioggia, vinto con il gol di Yves ci ha rimesso in bolla, fatto raggiugere il secondo posto e caricato per i playoff che volevamo e dovevamo vincere. Devo davvero ringraziare i cugini per quell’anno, senza di loro la scalata del Parma dalla D alla A non sarebbe stata possibile”.
La stagione, però, non è solo derby. È partita benissimo con due vittorie consecutive in apertura di campionato. “C’è ottimismo e penso sia fondato. Partire con due vittorie senza subire gol è decisamente positivo, anche se bisogna anche essere attenti a dove puoi ancora migliorare, visto che la rosa va completata. Per me è Pecchia il vero valore aggiunto del Parma, averlo confermato è stato fondamentale per cercare di consolidare un percorso di crescita. Basti pensare ai miglioramenti, anche tattici, di molti giovani che a distanza di soli dodici mesi sembrano giocatori molto più attrezzati al campionato di Serie B. La mano dell’allenatore mi sembra evidente”.