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Dalla scuola alberghiera alla Juventus: la storia di Zanimacchia

L’esterno del Parma ha alle spalle un vissuto singolare: il fallimento del Varese, il passaggio al Legnago dove si è fatto notare per venti minuti in amichevole

C’era una voce insistente che proveniva da Varese e che parlava di un ragazzo gracile, sì, ma con una discreta tecnica di base. Giocava poco, forse perché il fisico non lo supportava ma già faceva cose straordinarie in allenamento. La storia di Luca Zanimacchia è cominciata un po’ per caso, come quella di molti ragazzi che in cuor loro sanno che un giorno arriverà il loro momento. E lavorano per farsi trovare pronti, nel caso il destino bussi alla loro porta. Quella che arriva nel 2015 non sembrava neanche essere l’occasione della vita, dato che il Varese detentore del suo cartellino era appena fallito e il giovane Luca sembrava dovesse rimanere solo un 17enne con dentro la borsa i sogni che qualsiasi ragazzo avrebbe voluto realizzare a quell’eta: diventare un calciatore.  Non può sapere che da li a poco gli si presenterà un’occasione d’oro. L’agente che all’epoca si prende cura di lui, Pietro Parente, quel giorno porta a Legnago sia Zanimacchia che Martino, all’epoca del Sassuolo. Luca era senza contratto e destinato a fare da testimone al salto in alto del compagno. Era andato un po’ per caso, senza sperarci, un po’ perché glielo aveva suggerito la famiglia: non si può mai sapere. Al campo si presenta un giovane con il sorriso stampato sul volto, neanche conoscesse già l’esito di quel provino. Quella voce da Varese lo racconta come un bravissimo ragazzo, che parla poco e apprende tanto, lavora e dribbla. I dirigenti del Legnago hanno occhi solo per Martino (attualmente in Lega Pro) e, quasi per sfinimento, finiscono per concedere venti minuti a Zanimacchia. Ad assistere alla partita tra Legnago ed Este, un’amichevole di rodaggio in vista dell’annata in Serie D, c’era anche Davide Venturato.

L’attuale presidente del Legnago Salus, all’epoca dei fatti vice presidente dei veneti ma sempre presente e mosso da una grande passione per il calcio oltre che fine intenditore, rimane colpito sì, ma dal giovane Luca, tanto da accaparrarsi le spese di vitto e alloggio. Il dormitorio che ospita i giovani del club è pieno, ma non c’è da farsi scappare l’opportunità. “Chi è questo? Fategli firmare subito il contratto – dice ai suoi Venturato -. Immediatamente“. Il direttore sportivo Mario Pretto, in totale accordo con il dirigente, gli fa notare che non c’è più posto nelle strutture. Ma è importante che Zanimacchia resti. Ed è così che nasce la storia di uno degli esterni più promettenti del campionato di Serie B. Buona parte di quello che sa fare, Zanimacchia lo ha messo in atto al Tardini: grande generosità, corsa e spunto. Salta l’uomo e fa avanti e indietro lungo la fascia destra. Aiuta Delprato e si guadagna il calcio di rigore che Vazquez trasforma mettendo in ghiaccio la partita. E per poco non ha esultato, al primo gettone con la maglia del Parma. Il suo destro è stato neutralizzato dal portiere del Genoa Martinez. Destro che ha affinato grazie a mister Orecchia, ai tempi del Legnago: “Un ragazzo che aveva una capacità di apprendimento incredibile – dice il tecnico a ParmaToday.it -. Lui è un’ ala destra o sinistra, ha lavorato parecchio per migliorare il tiro a giro sul secondo palo. Tecnicamente molto valido, rapido, forse un po’ gracile. Ma ha messo muscoli ed è cresciuto in altezza. Ai tempi avevo intravisto un grande potenziale. Un giorno gli ho detto di prendere un paletto e metterlo a ridosso dell’aerea. “Puntalo, apri e tira sul secondo palo”. Lo ha ripetuto diverse volte, finché una domenica con il Delta Porto Tolle, ha segnato un gran gol proprio in quel modo. E la domenica dopo l’ha ripetuto. Aprire verso l’esterno e puntare: doveva fare questo. In una settimana ha segnato un gol di destro e uno di sinistro. Oltre al Talento ha sempre saputo ascoltare“. Ora se lo gode, seppur con sei mesi di ritardo, il Parma. Che in estate l’ha corteggiato e che adesso è riuscito a portarlo a casa. Prima di diventare calciatore e giocare in Champions con la Juventus, ha studiato alla scuola alberghiera: “Era il più giovane ma anche quello più responsabile nel convitto – dice il direttore sportivo del Legnago Salus, Mario Pretto -. Il Parma ha fatto un gran colpo“. Un colpo che magari riuscirà a spingere la squadra in Serie A. 

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