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Lotta, corre e segna: che sorpresa, Bernabé

Lo spagnolo è cresciuto e con lui anche il Parma: intanto su Instagram i compagni sembrano già avergli trovato un nuovo soprannome: il mago. E a vedere da certe magie…

La partita totale di Adrian Bernabé va anche oltre la sua splendida doppietta. Il giocatore di Sant Joan Despi, cresciuto all’ombra di Busquets e Iniesta (era vicino di casa della sorella di Don Andrés, abitava a 15 chilometri da Barcellona) ha aperto gli occhi di tutti e incantato attraverso la sua semplicità. Anche per la rete in slalom, straordinario, che ha rifilato al Cosenza, senza dubbio. Ma dietro i suoi due gol c’è tanto altro. Ha convinto tutti con l’efficacia del suo calcio: semplice e pulito. Pragmatico. Enzo Maresca, a cui va dato il grande merito di aver saputo riconoscere prima degli altri le sue doti da ‘pensatore’, andava ripetendo spesso che una delle sue più grandi qualità era quella di saper passare il pallone a chi aveva la sua stessa maglia. Ma non ha potuto goderselo, a causa di una brutta storia che Bernabé si è messo alle spalle. Forse adesso che lo si vede all’opera si capisce bene quanto potesse essere utile al suo calcio posizionale.

Infatti di tocchi ne sbaglia pochi, Bernabé. Il maggior numero di passaggi positivi tra tutti i giocatori in campo ieri a Cosenza lo ha effettuato lui: 54. Con ben 6 lanci positivi. Giocatore di fioretto (l’uno-due con Pandev grazie al quale è andato in porta in occasione dell’1-0 è stato straordinario), sa usare bene anche la sciabola. E non inganni la sua statura ‘compressa’ in 170 centimetri di baricentro basso e muscoli. A dispetto della sua corporatura, è uno che si sa far valere anche in fase di interdizione. Perché ieri su 15 duelli ne ha vinti 9, impreziosendo la sua giornata con 8 palloni intercettati. La sua capacità di sporcare e leggere le traiettorie è sorprendente. Quando pianta il corpo è anche difficile da spostare.

E quando ha il pallone tra i piedi sa già cosa fare: la sua visione verticale di calcio lo porta sempre a reclamare la sfera in mezzo al campo perché sa già dove mandarla dopo. Nelle movenze ricorda un po’ Bernardo Silva (fatte le debite proporzioni) che Guardiola ha trasformato in interno di centrocampo: più dinamico ma meno tecnico rispetto al portoghese. Il Parma si è ritrovato in casa un diamante grezzo sul quale Beppe Iachini sta lavorando in maniera ininterrotta da dicembre. Prima inserendolo in maniera graduale in gruppo, poi con sedute di tecnica e tattica individuale, mirate a correggerne la postura quando riceve palla spalle alla porta o in posizione laterale. Adesso il Parma se lo gode, chissà per quanto. Iachini lo ha indicato come giocatore chiave in un progetto di ripartenza. Bisogna vedere se sarà ancora lui a guidarla nei prossimi mesi. Intanto su Instagram i compagni sembrano già avergli trovato un nuovo soprannome: il mago. E a vedere da certe magie…

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