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Fiorin: “Personalità e forza mentale: il calcio di Maresca vi stupirà”

Ha allenato con Maresca l’Ascoli: “Un allenatore di grande personalità. Ha grande fiducia in se stesso”

Fulvio Fiorin è stato due volte l’allenatore di Enzo Maresca: una, di recente, quando – anche se per poco – ha guidato l’Ascoli con l’ex centrocampista che gli faceva da vice, per l’altra bisogna andare più indietro. Negli anni novanta sbarca a Milano un ragazzo che si porta da Pontecagnano una bella dose di carica. Era Enzo. “Maresca l’ho conosciuto quando avevo dieci anni. Lui arrivava al Milan, dove io ero allenatore dei Giovanissimi. Era un esordiente –  spiega Fiorin a ForzaParma – ma era già forte, tant’è che l’ho promosso: faceva qualche partita con noi”.

Fiorin, che allenatore arriva a Parma?

Enzo è un ragazzo stupendo, ha una famiglia splendida. E’ uno che dà peso ai valori. Nella vita ha dei punti di riferimento, cerca di trasmetterli anche ai suoi cari. E’ sensibile, non lo fa vedere perché si vuole nascondere dietro questa apparente aria da duro, ma ha una grandissima sensibilità”. 

Cosa devono aspettarsi i tifosi del Parma l’anno prossimo?

“Un allenatore di grande personalità. Ha grande fiducia in se stesso. Già quando era all’Ascoli ha fatto vedere di avere delle idee”. 

Ma non è che tanta teoria poi va a cozzare con la ‘pratica’ della Serie B?

“Fidatevi. Sa trasmettere le sue idee. E’ moderno, guarda al futuro, interpreta un calcio propositivo. Ad Ascoli purtroppo il progetto è naufragato. E’ stato condiviso da una proprietà illuminata, con a capo un canadese di origine ascolana che aveva grande disponibilità e ambizione, ma che sul territorio non è stato compreso. Lo hanno letto come un progetto che non avrebbe risollevato la squadra. Qualcuno della società generava tensione, Bellini (il presidente) era lontano e forse aveva lasciato gestione in mano ad altre persone. Qualche incomprensione di troppo”.

Per questo Maresca ha lasciato? 

“Anche. Ha avuto coraggio. E’ vero che dopo una settimana era al Siviglia a fare da vice a Montella. Ma ha fatto una scelta, quella di non rimanere in un ambiente dove non si sentiva ‘valorizzato’.  In questi anni ha fatto un lavoro incredibile su se stesso. E’ migliorato molto, è più riflessivo”. 

Ci può raccontare un aneddoto su Maresca?

“Un grande professionista. Arrivava prima di tutti e andava via all’ultimo. Lui vive per il pallone. Fa tutto con grande passione. Facevamo allenamento al mattino, prima anticipavamo il lavoro con una riunione e poi, dopo l’allenamento subito un’altra. Per analizzare il lavoro che avevamo fatto”. 

Di quali calciatori ha bisogno Maresca?

“Non è un problema di calciatori, ma della loro disponibilità a saper ascoltare e accogliere le nuove idee. Ad Ascoli avevamo due difensori centrali Giogliotti e Padella. Noi volevamo costruire dal basso, ma ci attaccavano sempre Gigliotti. Quindi? Uscivamo con Padella che aveva giocato sempre in una determinata maniera. Più rude, meno incline alla giocata. Ma in quel periodo ha maturato una grande disponibilità, sviluppando competenze che neanche lui sapeva di avere. Questo è Maresca. A lui servono calciatori disponibili a una fase di possesso, che abbiano una grande capacità di scelta”. 

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