Il ministro attraverso sul suo profilo Facebook: “Rivolgo un pensiero ai tanti lavoratori dello sport, molti di loro hanno poche tutele e meritano maggiore rispetto”
È stato un Primo maggio di riflessioni, telefonate e pensieri quello vissuto dal ministro dello sport, Vincenzo Spadafora, alle prese con la gestione dell’emergenza coronavirus e le esigenze di un mondo, quello del calcio, che chiede di tornare a giocare per salvare un sistema che pagherebbe a carissimo prezzo i mancati introiti dei diritti televisivi che, ovviamente, le emittenti non intendono pagare qualora i campionati (e in particolare quello di Serie A) dovessero essere definitivamente dichiarati conclusi.
Per questo e per altre ragioni, Spadafora ha annunciato che a emergenza finita, metterà in agenda una riforma del mondo dello sport: “Rivolgo un pensiero ai tanti lavoratori dello Sport, coloro che, spesso senza le dovute garanzie, lontano dai riflettori, svolgono un’azione fondamentale. Molti di loro hanno poche tutele e meritano maggiore rispetto: per questo, quando questa emergenza sanitaria sarà terminata, mi sono impegnato a riformare l’intero settore – ha scritto sul suo profilo Facebook -. Ringrazio chi negli ospedali sta lottando in prima linea contro il virus ma anche a forze dell’ordine, operai, cassieri, autisti, rider e tante altre categorie che hanno permesso al Paese di andare avanti.Il mio augurio è che tutti possano tornare al proprio lavoro il prima possibile ed in condizioni di sicurezza“.