L’attaccante, partito dalla panchina, realizza nei supplementari la doppietta che porta il Parma in finale di Coppa Italia contro la Juve
Cos’hanno in comune Panenka, Totti, Pirlo e Alessandro Melli? Semplice, hanno tutti segnato almeno un rigore con il famigerato “cucchiaio”. Quello di Melli, il secondo in ordine temporale, mise il punto esclamativo sul passaggio del Parma alla sua prima finale di Coppa Italia poi vinta contro la Juve. Era il 30 aprile del 1992 e al Ferraris si giocava il ritorno del penultimo atto in casa della Sampdoria campione d’Italia in carica e finalista in Coppa dei Campioni, costretta a rimontare l’1-0 del Tardini ad opera di Brolin.
SUPER BALLOTTA. Tante le assenze tra le fila del Parma di Scala, che lascia Melli in panchina e soffre le iniziative dei padroni di casa. Minotti salva sul diagonale di Buso prima che Lombardo non centri lo specchio sulla ribattuta poi Mancini esalta i riflessi di Ballotta che sembra insuperabile. La reazione dei gialloblù si limita al sinistro dalla lunga distanza di capitan Minotti respinto da Pagliuca. A complicare i piani c’è anche l’inferiorità numerica fin dalla mezz’ora del primo tempo, causata dall’espulsione di Donati che commette fallo da ultimo uomo e finisce anzitempo sotto la doccia.
EQUILIBRIO TOTALE. A ristabilire la parità nel doppio confronto è il tocco sottomisura dell’ex Pari che al 32′ della ripresa sfrutta la sponda aerea di Buso e da pochi passi batte Ballotta. Lo stesso Buso ha sui piedi la palla qualificazione ma il suo tentativo si stampa sul palo rinviando ogni discorso ai tempi supplementari.
MELLI PROTAGONISTA. Qui sale in cattedra Melli, entrato a metà ripresa al posto di Agostini, che nel giro di appena sei minuti ipoteca l’accesso alla storica finale. Al 7′ addomestica un lancio di Brolin e indisturbato, complice il movimento errato della difesa blucerchiata, di destro gonfia la rete poi al 13′ si esibisce in un beffardo pallonetto, il cosiddetto “scavetto”, dagli undici metri che sorprende Pagliuca e sigla la personale doppietta mandando in estasi i tifosi ducali. Alla Samp intanto saltano i nervi: ne fanno le spese Katanec e Invernizzi, entrambi espulsi per doppia ammonizione dall’arbitro Amendolia.
VIERCHOWWOD NON BASTA. Vierchowood al 120′ evita la sconfitta ma non l’eliminazione ai suoi in una partita spettacolare e dalle mille emozioni. Dove, ancora senza saperlo, stava nascendo la favola del Parma, che quella sera gettò le basi per la conquista dei suoi primi trofei: Coppa Italia, Coppa delle Coppe e, di conseguenza, anche della Supercoppa Europea.
SAMPDORIA-PARMA 2-2 d.t.s. (1-0 al termine dei tempi regolamentari)
Marcatori: 32′ st Pari (S), 7′ p.t.s. e 13′ p.t.s. su rig. Melli (P), 15′ s.t.s. Vierchowood (S)
SAMPDORIA: Pagliuca, Invernizzi, Katanec, Pari, Vierchowood, Lanna, Lombardo, Cerezo (12′ st Silas), Buso, Mancini (4′ s.t.s. Zanutta), A.Orlando. All.: Boskov
PARMA: Ballotta, Benarrivo, Di Chiara, Minotti, Donati, Nava, Agostini (23′ st Melli), Zoratto, Osio (37′ st Catanese), Cuoghi, Brolin. All.: Scala
Arbitro: Amendolia di Messina
Note: Spettatori 10mila circa. Espulsi al 28′ pt Donati (P) per fallo da ultimo uomo, all’8′ p.t.s. Katanec (S) e al 10′ p.t.s. Invernizzi (S) per doppia ammonizione. Ammoniti Pari, Invernizzi, Katanec, Vierchowood (S), Osio e Di Chiara (P)
