Il difensore uruguaiano dell’Inter ai microfoni di Espn. “Il governo ha preso lentamente le misure, non sappiamo se si tornerà in campo”
Nel corso di un’intervista a Espn il difensore uruguaiano dell’Inter, Diego Godin, non ha risparmiato critiche alla gestione dell’emergenza coronavirus in Italia. “Siamo stati esposti fino all’ultimo momento, hanno continuato a tirare la corda per vedere se si poteva continuare a giocare finchè la situazione non è diventata insostenibile e il sistema sanitario è crollato. Ma per settimane ci siamo allenati poi abbiamo giocato a porte chiuse contro la Juve, prima che fosse rilevata la positività a Rugani. Hanno messo in quarantena noi e gli juventini e lì il campionato si è fermato. Sicuramente in quella partita c’erano altri giocatori potenzialmente infettati“.
REAZIONE LENTA. “All’inizio non è stata data molta importanza al coronavirus, si pensava che fosse un problema cinese e che non avrebbe raggiunto altri paesi. Hanno preso le misure a poco a poco, piuttosto lentamente. Ci hanno avvertito, ma a livello governativo non sono state prese misure drastiche per prevenire ciò che poteva accadere“.
INCOGNITA. “Non sappiamo se e quando si tornerà a giocare. Torneremo ad allenarci, ma è difficile prevedere quando gli stadi potranno contenere ancora 70mila persone. È come se fosse una mini-stagione per le squadre: siamo a casa da un mese senza toccare una palla. È come se fosse una vacanza e come se fossimo a giugno-luglio. Se torniamo a giocare, dovremo farlo intensamente e ogni due-tre giorni ma non so cosa può succedere nelle prossimi settimane“.
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Juntos lo superaremos, con responsabilidad y solidaridad!!
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