Il 19 marzo del 2015 il Tribunale di Parma si pronunciò sul club crociato sommerso dai debiti e che proseguì con l’esercizio provvisorio
Il 19 marzo del 2015 il Tribunale di Parma dichiarò il fallimento del Parma Football Club, all’indomani dell’arresto dell’allora presidente Manenti, e dispose l’esercizio provvisorio dell’impresa in mano ai curatori Angelo Anedda e Alberto Guiotto. Al termine dell’udienza lampo venne alla luce la voragine di debiti di oltre 218 milioni, 74 dei quali (63 nei confronti dei calciatori tesserati) riferiti alla parte sportiva. Il capitano Alessandro Lucarelli, che a Collecchio stava disputando con la sua squadra un’amichevole contro il Fidenza, entrò a far parte del Comitato dei creditori ma tutti gli sforzi profusi, e i tentativi d’acquisto del club, svanirono il successivo 22 giugno quando anche l’ultima asta finì deserta e ci fu la perdita del titolo sportivo.
LA RIPARTENZA. Ghirardi, Leonardi, Taci, Doca, Giordano, Kodra e Manenti: una sfilza di personaggi, più o meno credibili, si alternarono in quei mesi alla guida della società che, al di là del mancato salvataggio, riprese a riacquisire proprio cinque anni fa un barlume, poi rivelatosi illusorio, di ritorno alla normalità. Basta Mapi Group, Holding Dastraso o Dastrosa, perquisizioni della Guardia di Finanza, pignoramenti e rimpalli di responsabilità. Niente lieto fine, è vero, ma era davvero impossibile ripianare la montagna di debiti, in parte, abbattuta (la famiglia Corrado e Mike Piazza provarono ad interessarsi ma il timore di rivalsa di altri creditori prese il sopravvento) ma troppo grande da garantire la continuità aziendale del Parma costretto, tramite nuova affiliazione, a ripartire dai dilettanti.
COME NOI NESSUNO MAI. E lì cominciò un’altra storia diventata leggenda: tre promozioni consecutive e la salvezza al primo anno in serie A, già ipotecata in largo anticipo anche in questa stagione. Grazie ad un gruppo di imprenditori locali, riuniti in Nuovo Inizio, che hanno contribuito in maniera determinante alla rinascita.
LO STUPORE DEL CAPITANO. Non in tanti, però, si ricorderanno l’amichevole col Fidenza in un pomeriggio soleggiato al Centro Sportivo di Collecchio, dove i giocatori (e i dipendenti), abbandonati a loro stessi, ricevettero direttamente sul campo la notizia del fallimento. Emblematico lo stupore di Lucarelli nel momento in cui, durante l’intervallo, scoprì dai giornalisti in tribuna di esser stato inserito nel Comitato dei creditori. Lui, abituato a mille battaglie in ambito sportivo, si stava preparando a viverne una assolutamente nuova e inedita, la più importante, in tribunale.
TABELLINO. Non solo il capitano ma tutti i ragazzi che conclusero la stagione meritano un applauso per aver onorato fino in fondo la maglia crociata. Ecco il tabellino di quella partita che, cronologicamente, rappresentò l’ultima uscita del Parma Fc prima del fallimento. Curiosamente tra le fila del Fidenza, all’epoca in serie D, militava Luca Bastoni, classe ’95, fratello maggiore di Alessandro, ora all’Inter, lo scorso anno in prestito al Parma Calcio 1913.
PARMA-FIDENZA 6-0
Marcatori: P.t.: 6’ Nocerino, 25’, 29’ e 45’ Coda. S.t.: 20’ Belfodil, 42’ Lodi
PARMA P.T. (3-5-2): Iacobucci; Mendes, Lucarelli, Costa; Cassani, Galloppa, Jorquera, Nocerino, Varela; Belfodil (26’ Ghezzal), Coda. All.:Donadoni
PARMA S.T. (3-5-2): Bajza; Santacroce, Prestia, Costa (16’ Feddal); Cassani (16’ Esposito), Mariga, Lodi, Jorquera (16’ Mauri), Gobbi (31’ Gragnoli); Coda (16’ Palladino), Ghezzal (16′ Belfodil). All.: Donadoni
FIDENZA P.T. (4-3-3): De Angelis; Bersanelli, Messineo, Reggiani, Cucchi; R.Formuso, Palmieri, Bastoni; Gilioli, L.Formuso, Ferrari. All.: Montanini
FIDENZA S.T. (4-3-3): Di Martino; Tesoriati (dal 22’ Mozzoni), Bellavigna, Tatani, Melegari; Bastoni (16’ Moschini), Grillo, Bandaogo; Pavan, Biondi, Ferrari (30’ Stigliano). All.: Montanini
Arbitro: Baldelli di Reggio Emilia
