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ESCLUSIVA FP – Cardone: “Ci vuole un grande senso di responsabilità”

L’ex difensore crociato parla a ForzaParma quindici anni dopo il gol al Siviglia. “Fu l’unica volta che mi presi la prima pagina de La Gazzetta”

Non sapevo nemmeno che oggi ricorresse il quindicesimo anniversario della partita col Siviglia. Non me la potrò mai dimenticare perchè fu l’unica volta che mi presi la prima pagina de La Gazzetta dello Sport. Che conservo tuttora”. Esordisce così Giuseppe Cardone in esclusiva a ForzaParma in un viaggio a ritroso nel tempo fino al 17 marzo del 2005 quando, prima ancora dello spareggio di Bologna, quella rete in mischia gli valse l’appellativo di “barbiere del Siviglia” e qualificò il Parma dei giovani ai quarti di Coppa Uefa. Una dimostrazione d’unità e compattezza di una squadra composta, in larga parte, da ragazzi e seconde linee che oltrepassò i propri limiti, la stessa che serve a tutti nella realtà attuale stravolta dall’emergenza coronavirus. “Bisogna stare a casa -spiega l’ex difensore e capitano crociato che vive a Monza ho diversi amici che lavorano in campo medico e tutti raccomandano di non muoversi. Invece fino a pochi giorni fa ho letto di tanta, troppa gente in giro, ora la situazione pare esser migliorata dopo l’ultimo decreto e gli innumerevoli appelli“.

Come si esce da questo momento?

Ci vuole un grande senso di responsabilità, non dobbiamo pensare solo a noi stessi ma soprattutto alla salute degli altri. Di natura l’italiano è in grado di superare certe difficoltà, i nostri “vecchi” avrebbero fatto meno fatica ad adattarsi ma ci abitueremo anche noi. Non abbiamo alternative se vogliamo vincere tutti insieme la battaglia“.

Lo sport si poteva fermare prima?

Siamo arrivati un po’ lunghi in assoluto, per me non esiste vedere lo stadio di Liverpool con 60mila spettatori a epidemia già scoppiata. Credo che in generale non ci sia stata un’immediata e reale percezione della gravità del problema“.

Il calcio può essere la base per la ripartenza?

Spero possa esserlo in senso positivo, ci sono tanti interessi in ballo nel calcio ma anche nella vita quotidiana. Il nostro sport è il primo in termini di responsabilità, più delle parole contano i fatti e dobbiamo dare sempre il buon esempio al Paese e ai suoi cittadini“.

Tornando a quindici anni fa cosa le lasciò in eredità l’avventura in Coppa Uefa?

Col senno di poi ho trovato l’utilità, mister Carmignani diede fiducia ad un gruppo di giovani ragazzi che, in virtù delle tante squalifiche, sarebbero stati impiegati da titolari nello spareggio salvezza d’andata col Bologna cavandosela in maniera egregia. Diversamente, senza l’esperienza accumulata nei mesi precedenti in Europa, poteva essere più complesso“.

Con quale stato d’animo avete affrontato la partita?

L’attesa fu abbastanza serena, ci stavamo giocando qualcosa d’importante ma la nostra mente era più proiettata al campionato. Abbiamo dato tutto quello che potevamo, il cammino in Uefa mi diede delle gratificazioni anche dal punto di vista realizzativo. Segnai un’altra rete al Besiktas nella fase a gironi, mi sono specializzato a fare pochi gol ma pesanti fino al più famoso del Dall’Ara“. 

Come nacque il gol decisivo?

Sono stato un po’ fortunato, ero messo al posto giusto nel momento giusto. Ma nulla a che vedere con quello di stinco a Bologna, ben più clamoroso”.

Cosa ricorda del “pugno” ricevuto da Aitor Ocio nel finale?

Non vidi nemmeno arrivare il “cazzotto”, ho avuto un black-out perdendo anche i sensi e a fine partita ero pallidissimo in volto. Ho capito per la prima volta cosa prova un pugile“.

Quale aneddoto vuole raccontare del doppio confronto?

A dir la verità mi è rimasta più impressa la gara d’andata in Andalusia, sembrava un allenamento per la difesa. C’era lo stadio pieno, non ci siamo mai spinti oltre la metacampo e alla fine avevamo accumulato nove o dieci ammonizioni. Sotto l’aspetto della tensione l’abbiamo avvertita di più a Siviglia“.

Ma il Siviglia vi prese sottogamba?

Era uno squadrone di primissimo livello che nelle due stagioni successive avrebbe vinto la Coppa Uefa. Probabilmente ci avevano snobbato pensando di fare un sol boccone di noi. Ma in una partita secca può succedere qualsiasi cosa“.

E lei si guadagnò il titolo in copertina su La Gazzetta dello Sport.

Neppure dopo lo spareggio di Bologna mi diedero quello spazio in prima pagina. Ecco perchè in un certo senso è un altro gol che porto ancora nel mio cuore”. 

 

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