L’ex crociato Massimo Barbuti approva lo stop di tutti gli sport. “Giusto fermarsi, ma se l’emergenza non finisse annullerei il campionato”
Quattordicesima puntata della nostra rubrica “L’Angolo del Bomber” che coinvolge l’indimenticato ex attaccante crociato Massimo Barbuti sull’emergenza coronavirus e sulla decisione odierna di sospendere, in pratica, tutti gli sport fino al prossimo 3 aprile. “Sarà un periodo molto lungo, la situazione è grave però bisogna fermare tutto e non solo lo sport. Dobbiamo essere responsabili, compatibilmente con le proprie attività lavorative“.
Come giudica il dietrofront momentaneo di Parma-Spal poco prima di scendere in campo?
“Non mi meraviglio più di niente, me lo potevo anche immaginare. In Italia non c’è nessuno che sappia prendere le decisioni. Ieri si doveva chiudere la serie A, giocare così non serve a niente: è normale ci siano interessi economici in ballo che, però, non contano nulla dinanzi alla salute dei cittadini. Siamo un popolo di mediatori, raccogliamo quello che abbiamo seminato“.
Può avere influito l’assenza del pubblico?
“E’ stata una partita scialba decisa da un rigore molto dubbio, abbiamo sbagliato dei gol incredibili che se c’ero io ne facevo cinque -scherza- la Spal aveva qualche motivazione in più, penso, però, che per i calciatori sia difficile giocare senza pubblico e non sentire l’adrenalina trasmessa dai tifosi. Certo che tre punti in più avrebbero fatto comodo, nel calcio bisogna sempre osare”.
Cosa si aspetta nelle prossime settimane?
“Mi auguro che l’emergenza passi il prima possibile, bisogna seguire le indicazioni delle autorità. Spero si risolvi presto ma in caso contrario io annullerei il campionato e, a ruota, tutti gli altri eventi sportivi internazionali compresi gli Europei di calcio e le Olimpiadi. Non ha senso assegnare lo scudetto, ci prendiamo un anno sabbatico come quando eravamo in guerra e si riparte tutti da zero”.
