Il giornalista commenta su Repubblica la decisione di giocare le partite senza tifosi sugli spalti. “Meglio tardi che mai, il teatrino è finito”
Il giornalista Gianni Mura commenta su Repubblica la decisione del governo di giocare per un mese le partite a porte chiuse. “Era ora. Al governo qualcuno ha capito che era inutile, se non dannoso, lasciare che lo sport più popolare e litigioso, il calcio, fissasse da sé le regole, le date, le percentuali di rischio, dando vita a situazioni indecorose, a misure-tampone spesso incomprensibili“.
GUERRA OSCURA. “Meglio tardi che mai, questo teatrino è finito. Non è impopolare dire al calcio che fa parte del Paese, non è una zona franca o da privilegiare in casi d’emergenza. Si sta combattendo una guerra “oscura” e senza certezze. E in questa guerra, senza annegare nella psicosi, tutti siamo chiamati a fare la nostra parte e a rispettare le regole dettate da chi ne sa più di noi“.
REALISMO. “Un mese di blocco o di porte chiuse non sono un dramma, bensì una misura realistica. E da accettare senza troppe lamentele. I drammi veri abitano altrove“.