I due tecnici si affronteranno per la prima volta in carriera dopo aver giocato insieme un anno e mezzo ai tempi del Siena
Rivali solo in campo, nemici mai. Igor Tudor da una parte, Roberto D’Aversa dall’altra. Si ritroveranno di fronte da allenatori per la prima volta in carriera domenica sera alla Dacia Arena in Udinese–Parma dopo aver giocato assieme un anno e mezzo ai tempi del Siena.
ESPERIENZA IN COMUNE. Da gennaio 2005 fino al 2006 con due salvezze in serie A nel miglior periodo della storia dei bianconeri toscani, che tra le loro fila annoveravano i vari Chiesa, Cozza, Locatelli, Bogdani, Vergassola Mirante, Legrottaglie e Negro. Una squadra forte di di qualità che il tecnico De Canio, coadiuvato dall’esordiente Conte nelle vesti di vice, schierava secondo il 3-5-2, in cui spesso D’Aversa e Tudor si mettevano a far da schermo davanti alla difesa.
TOSTO E ROMPISCATOLE. Bob, così lo descrivono i compagni di allora, era tosto, aveva piedi buoni e ogni tanto fungeva da “rompiscatole” che poi è stata la caratteristica che gli ha permesso di mantenersi a lungo a certi livelli. Da vice capitano indossò più volte la fascia al braccio quando i problemi fisici costringevano Chiesa ai box e in mezzo al campo si vedeva già che aveva la indole da allenatore, attento a ogni minimo dettaglio. Inizialmente introverso e silenzioso, si scioglieva e diventava più aperto man mano che entrava in confidenza.
DURO DAL CUORE D’ORO. Igor possedeva grande carisma e personalità, si mise subito a disposizione nonostante arrivasse dalla Juve portando quell’esperienza che servì in alcuni momenti della stagione. Il 20 marzo del 2005 siglò l’importantissimo gol decisivo per piegare la Lazio che contribuì a farlo apprezzare dai tifosi. Carattere duro col quale in campo si discuteva e si faceva rispettare (si doveva preparare per il Mondiale 2006 e fulminava con lo sguardo chiunque osasse spingersi in contrasti troppo ruvidi) ma anche ragazzo dal cuore d’oro che, al momento dell’addìo, fece un regalo a dottori e massaggiatori.
I RITROVI. Frequentavano insieme al resto della squadra la Birreria, il locale storico di piazza del Campo che nel frattempo ha cambiato gestione, dove si riunivano per aperitivi e dopocena staccando così dal mondo del calcio e godendosi il centro della città in totale libertà.
IL VICE IN RAMPA DI LANCIO. In quel Siena seconda versione (2005-06) figurava anche un certo Antonio Conte al debutto come secondo allenatore. Dispensava consigli a tutti i centrocampisti della rosa grazie all’esperienza maturata alla Juve, aveva una gran voglia di mettersi in gioco e tra i suoi sogni c’erano già quelli di affermarsi da mister in prima e sedersi prima o poi sulla panchina della Vecchia Signora. Chissà per chi farà il tifo in Friuli: l’ex compagno Tudor e il grande amico D’Aversa, però, si stringeranno la mano e si abbracceranno da avversari forse ripensando alle domeniche del Franchi e alle serate alla Birreria.