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L’ex difensore del Parma, campione del mondo nel 2006, si racconta al sito gianlucadimarzio.com. “Volevo segnare ma Crespo mi rimproverava..”

Cristian Zaccardo ha deciso di lasciare il calcio giocato all’età di 37 anni e si racconta al sito gianlucadimarzio.com. L’ex difensore del Parma appende le scarpette al chiodo un po’ a malincuore dopo essersi tolto la grande gioia di laurearsi campione del mondo nel 2006 in Germania. “Non finisco con il calcio però: ogni tanto mi vedrete fare le partite in giro per il mondo con le all stars e intanto mi sono preparato per questo momento. Ho preso il patentino Uefa A, quello da allenatore a Coverciano e da direttore sportivo”.

IL RITIRO.Dispiace. Capisco Buffon, Totti e De Rossi: fosse per noi continueremmo fino a 70 anni. E se il fisico regge è giusto giocare fino ai 50. Altrimenti bisogna avere coraggio e non arrivare a farsi compatire: a me ha fermato un problema di cartilagine al ginocchio”.

RIMPIANTI.Forse potevo rimanere di più in Germania, potevo andare in una grande squadra prima dei 32 anni. È un percorso, in cui si fanno delle scelte: con la testa di dieci anni dopo magari qualcosa avrei cambiato. E mi sarebbe piaciuto chiudere la carriera a Bologna, da dov’ero partito, anche con un ruolo simbolico. Non è mai arrivata nessuna chiamata e quindi sono andato all’estero, è stato bello comunque. Il calcio mi ha dato tanto e ho avuto la fortuna di vincere tutto in Nazionale“.

IL MONDIALE.Ronaldo e Messi sono i migliori, hanno vinto tutto ma non il Mondiale. Un orgoglio che porterò avanti per sempre, più passa il tempo più ci si rende conto dell’importanza di quel traguardo. In Germania condividevamo tutto, dal campo al tempo libero in albergo. Non come adesso che si mangia, si va in camera e tutti si rinchiudono nel telefonino. C’erano anche allora i videogiochi sì, ma si stava in compagnia. Carte, ping-pong, commentavamo le altre partite. Si faceva gruppo per davvero”.

DIFENSORE GOLEADOR. “Ero un difensore ma ho sempre avuto il fiuto del goleador: se non segnavo, piangevo. Specialmente dopo il Mondiale ho cominciato a fare tante reti, sia a Palermo che a Parma“.

I RIMPROVERI DI CRESPO. “Magari da terzino davo palla all’ala, arrivava il cross e io mi buttavo dentro l’area: “Cosa ci fai qua?”, Crespo mi rimproverava. Quante risate. Mi piaceva avere un sistema di gioco che mi permetteva di salire in attacco e cercare il gol. Per me, per la squadra. Anche per il fantacalcio”.

 

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