Ancora errori che spianano la strada al Napoli, già forte di suo, aiutato da un Parma con dei limiti grossi. Ma sabato a Empoli è vietato sbagliare
Uno 0-4 così bruciante al Tardini non si vedeva da tredici anni. Era il 24 settembre del 2006 quando il Parma di Pioli ha incassato quattro gol dalla Roma di Spalletti in una stagione difficile che ha visto i crociati salvarsi dopo mille peripezie. Claudio Ranieri e Giuseppe Rossi sono riusciti poi nell’impresa di portare a casa la pelle mettendo in cassaforte una stagione che aveva visto il Parma svoltare nella seconda parte.
La brutta sconfitta subita contro il Napoli di Ancelotti porta in dote – però – due notizie positive, se così si può dire: la prima è che il mese di febbraio, nero, è finito. Va in archivio con un punto in quattro partite, frutto di tre sconfitte, due in casa contro Inter e Napoli, la terza incassata in rimonta alla Sardegna Arena. La seconda notizia positiva – provando a usare un eufemismo – giunge da Bologna: la Juventus ha battuto la diretta concorrente di un Parma che non vince in casa dal 25 novembre.
Tre mesi di pari e sconfitte che minano le certezze di un gruppo che non riesce più a trovare spunti e proverbiali contromisure che hanno eletto la squadra di D’Aversa a sorpresa di un campionato già deciso in testa. Da decifrare in coda. Il muro crociato (fatto di pasta frolla) è stato preso a picconate da un Napoli superiore e reso ancora più forte da una squadra che ha regalato almeno due dei quattro gol. Il primo e il terzo, al netto della superiorità degli avversari, denotano i limiti caratteriali e tecnici di una squadra che non è più quella di D’Aversa.
Perché l’allenatore crociato, amante della cura dei dettagli, non ha più in mano ‘le menti’ dei suoi giocatori, distratti e sfasati, capaci di commettere svarioni da penna blu e di farsi male da soli, tirandosi sui piedi la stessa vanga con la quale hanno tracciato la strada sorprendente percorsa fino al 19 gennaio. E sabato c’è l’assalto al Castellani, contro un Empoli ridotto a vincere per forza.
