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Parma, il giorno dei discorsi: la rabbia lascia il posto all’analisi

Al ritrovo a Collecchio, il tecnico ha voluto guardare in faccia la squadra: cose normali dopo una sconfitta come quella subita domenica

Il giorno dopo di solito è sempre quello deputato alle analisi. Di Parma-Napoli resta fresca la sensazione di debolezza nei confronti dello squadrone di Ancelotti e, nello spesso tempo, quella di averla aiutata a fare un figurone. Il giorno dopo è quello dei discorsi: se dopo la partita i giocatori si sono guardati in faccia nello spogliatoio per capire in che verso andare, quello successivo alla sconfitta è dedicato ai discorsi.

Gobbi lo aveva introdotto 24 ore prima, quando in zona mista ci aveva messo la faccia in una situazione che non è bellissima, ma neanche troppo tragica come tanti pensano. Il Parma, fondamentalmente ha perso contro il Napoli,mantiene la distanza di sicurezza dalla terzultima – seppure abbia perso un punto rispetto a un po’ di tempo fa – e si appresta a giocare sfide che sono sicuramente alla portata. E quando l’avversario gareggia per un altro obiettivo, devi far prevalere il senso di orgoglio, la fame, la voglia di vincere e di primeggiare.

Il Parma, a tratti lo ha fatto, come ha spiegato Gobbi nel post partita:Siamo una squadra, ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti che dobbiamo adesso metterla da parte, diventare ancora più gruppo in vista delle sfide che abbiamo davanti e deve servirci da insegnamento per diventare ancora di più uniti come lo eravamo poco tempo fa. E’ un periodo brutto ma lo supereremo perché siamo una squadra vera ed un gruppo vero”.

E’ più o meno quello che ha detto Daniele Faggiano alla fine della partita, in uno spogliatoio dove regnava un pizzico di comprensibile sconforto. E lo ha ribadito D’Aversa il giorno dopo, al centro sportivo di Collecchio dove la squadra si è ritrovata per preparare la partita contro l’Empoli che, a questo punto, diventa di fondamentale importanza. La squadra è stata chiamata a rapporto dal tecnico, come è normale che fosse in casi come questi. Un discorso lungo qualche minuto, il contenuto resta segreto, ma l’allenatore che fa da parafulmine avrà preteso una reazione.

D’altronde anche i tifosi hanno invitato a una maggiore attenzione, così come il tecnico ha fatto pubblicamente,  invocando un senso di appartenenza maggiore. Niente di nuovo, cose che si fanno quando le situazioni sono queste. Ma la presa di coscienza della squadra deve essere tangibile, a partire dalla partita di sabato. Un dentro o fuori pericoloso, un bivio dove sbagliare direzione potrebbe essere difficile.

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