Secondo La Gazzetta di Parma, il Club chiede 90 anni, il Comune disposto ad arrivare a 60
45, 60 o 90 anni. Sono questi i numeri attorno a cui ruota l’ultima partita ancora da giocare per il nuovo stadio Tardini. Dopo l’ok definitivo della Conferenza dei servizi è questo il nodo finale da sciogliere con le parti, al momento, ancora distanti. La scelta spetta alla seduta del Consiglio comunale in programma il prossimo mese di maggio. All’ordine del giorno, in quella data, ci sarà la variante urbanistica e proprio il diritto di superficie. La prima delibera sarà fondamentale per permettere al progetto di Kyle Krause di contenere gli spazi commerciali (circa 20mila metri quadri, comunque ridotti nell’ultimo progetto presentato a febbraio), la seconda indicherà invece per quanti anni l’impianto sarà gestito dal club crociato con il Tardini che, di fatto, diventerà uno stadio privato come quelli già esistenti in Italia a Torino, Bergamo, Udine e Reggio Emilia.
La richiesta del Parma
Il club crociato non ha mai fatto segreto di puntare ad una concessione di 90 anni. La richiesta nasce anche dai precedenti, sia italiani che euro-pei. Le amministrazioni comunali che hanno chiuso l’accordo per la cessione dello stadio ad un privato hanno infatti quasi sempre concesso il massimo possibile di anni, ovvero 90.
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