“Avevo qualche soldo da parte, per il resto mi aiutano gli amici. Dopo quel che è successo a Parma, è cominciato il declino. Essere descritto come un delinquente ha creato diffidenza”. Parla Giampietro Manenti, intervistato da ‘La Repubblica’. Adesso è allenatore dei ragazzi dell’Asd Serenissima di Limbiate, comune in provincia di Milano. “Dell’inchiesta non ho più saputo nulla. Il mio avvocato, al tempo già anziano, non esercita più. Nel 2016 la corte federale della Figc mi ha assolto da tutte le accuse. Intanto, però, mi sono fatto sei mesi ai domiciliari e 18 giorni a San Vittore, esperienza che non auguro nemmeno ai cani“.
Lui racconta la sua verità, ai tempi del Parma: “Ero a Monaco di Baviera da possibili investitori. La proprietà precedente del Parma aveva lasciato solo debiti e portato via anche i materassi e le lenzuola. Di me si è scritto di tutto, ma sono una persona a posto”. E il ricordo di quei tempi, passa da una casacca gialloblù: “Una maglia autografata a mio figlio da Palladino, persona gentile”.