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Da Parma alla Champions: è gloria per gli ex crociati

Un anno a testa con la maglia crociata per Bastoni, Darmian e Dimarco: adesso trionfano e si giocano la Coppa contro uno tra Ancelotti e Maresca (nello staff di Guardiola)

Da Milano a Istanbul, passando da Parma. L’Inter va in finale di Champions League, ci torna dopo 13 anni e si porta in Turchia anche un pochino di gialloblù. Nella rosa che ha trascinato Inzaghi nel Bosforo ci sono infatti quattro elementi che recentemente hanno vestito la maglia crociata: tre erano in campo. Alessandro Bastoni, Matteo Darmian e Federico Dimarco, autentici capolavori firmati dal direttore sportivo Daniele Faggiano. Alex Cordaz, l’altro ex, alla fine ha festeggiato con tutti e tre saltando sotto la curva Nord diretta proprio da Dimarco in versione capo ultrà.

Dimarco e il bolide a San Siro

La sua è una storia che si intreccia a filo doppio, cominciata a Parma e scritta a San Siro. Era il 15 settembre del 2018, Federico era ancora uno dei tanti giovani mandati dall’Inter a farsi le ossa in giro. Ascoli, Empoli, Sion, la trafila nelle Nazionali giovanili e quel sinistro che prometteva bene, tenuto sempre in considerazione dai nerazzurri. Al Parma di Roberto D’Aversa, il primo in Serie A dopo il fallimento, serviva un terzino mancino che potesse dare il cambio a Gagliolo. L’allora direttore sportivo Daniele Faggiano lo individuò proprio in Dimarco (13 presenze e un gol) che, pronti via, alla quarta di campionato regalò ai crociati la prima vittoria nella massima serie dopo la splendida cavalcata che lì riportò a giocarsi una partita, e che partita, a San Siro. Era l’Inter di Spalletti, punita da un bolide da 30 di Dimarco che si infilò sotto l’incrocio dei pali. Esultanza scatenata per Federico che mostrò i muscoli facendo infuriare anche la tifoseria della quale oggi è idolo e che ieri ha diretto dal campo con il microfono e con i cori della festa dopo la vittoria nel derby con il Milan.

Bastoni, gol salvezza 

In quel Parma c’era anche Alessandro Bastoni (24 presenze e un gol). Non era in campo ma era arrivato, come Dimarco, in quel mercato. Jerry, come lo chiamavano nello spogliatoio del Parma per via della sua altezza e della corporatura esile che evocava in maniera goliardinca le sembianze di una giraffa, ha avuto un peso importante in quello spogliatoio. Oltre che con Dimarco, al quale si assegna la paternità del soprannome, Bastoni ha stretto rapporti con tutti: da Inglese a Gervinho, da Iacoponi a Barillà e Kucka. Malgrado fosse solo un ventenne, aveva già stregato mezza Italia in quanto a tecnica e temperamento. D’Aversa fu il primo a chiedergli di inserirsi nello spazio: viste le sue doti importanti in conduzione palla, poteva creare la superiorità numerica. Il suo gol alla Sampdoria, nel 3-3 sotto la pioggia, decretò la salvezza del Parma dopo un girone di andata clamoroso e uno di ritorno condotto tra stenti e patimenti tipici delle neopromosse. Altro colpo di Daniele Faggiano, che aveva sfruttato i buoni rapporto con l’Inter: non gli è riuscito il miracolo del prestito biennale, con l’arrivo di Antonio Conte Bastoni è tornato alla casa madre. Ma l’anno dopo, sempre con i nerazzurri, l’ex direttore sportivo crociato confezionò un capolavoro.

Darmian, via Manchester con la Coppa Uefa

I sette soci, al nome di Matteo Darmian del Manchester United avevano pensato: “Ma fa sul serio?”. Evidentemente sì. La società aveva appaltato la costruzione della squadra a Faggiano che agiva indisturbato sotto la supervisione di Ferrari e soci. Darmian aveva voglia di tornare in Italia, dopo una Coppa Uefa vinta in Inghilterra con Pogba e Mourinho, voleva rilanciare le sue ambizioni in Serie A. E Parma gli ha dato la possibilità. Un milione e mezzo di cartellino, 36 presenze e un gol prima di andare all’Inter che ha riconosciuto ai crociati un premio di valorizzazione vicino ai due milioni di euro. Con i quali i crociati si sono ripagati lo stipendio del calciatore. Darmian, nonostante il curriculum che si trascinava dietro, si è presentato a Collecchio con grandissima umiltà, guadagnandosi presto i galloni del senatore assieme a gente come Iacoponi e Gagliolo che aveva contribuito in maniera importante a trascinare il Parma lontano dagli inferi della Serie C e della Serie B, spingendolo anche in Serie A in sfide senza appelli. Darmian ebbe nell’anno del covid un ruolo straordinario anche per quanto riguarda situazioni extra campo. Fu uno degli ultimi colpi di Daniele Faggiano da direttore sportivo del Parma che, in cuor suo, ieri sera avrà pensato anche solo a uno di questi splendidi momenti.

 

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