La squadra corre, pressa, sta bene sia fisicamente che mentalmente e ha acquisito la giusta mentalità per calarsi nel campionato di serie B
Alzi la mano chi si aspettava un Parma così determinato, grintoso e consapevole dei propri mezzi fin dalle prime uscite della nuova stagione? Probabilmente in molti ci speravano ma i risultati e, soprattutto, le prestazioni sul campo vanno ben al di là di ogni più rosea previsione. E’ ancora presto per cantare vittoria, e le delusioni delle ultime due stagioni dovrebbero aver insegnato qualcosa, ma è innegabile che si stia assistendo a un cambiamento repentino in termini di atteggiamento e mentalità che lascia sensazioni positive in vista dell’ormai imminente inizio del campionato di serie B.
LA MANO DI PECCHIA. Tre soli neoacquisti tra i titolari, di cui due soli di movimento (Estevez e Romagnoli) eppure il brutto anatroccolo, che lo scorso anno non seppe andare oltre un dodicesimo posto in classifica e non colse grossi benefici dall’avvicendamento in panchina tra Maresca e Iachini, si è già trasformato in cigno. Squadra compatta, che lotta, corre e pressa dimostrando determinazione e voglia di vincere (senza i due “totem” Buffon e Vazquez) in un ambiente caldo come quello di Salerno (ricordate le prove sconcertanti di Reggio Calabria e Lecce?) contro un avversario di categoria superiore, sopraffatto sul piano di ritmo, intensità e condizione fisica. Un altro aspetto molto confortante, da verificare già nelle prossime partite, è la crescita esponenziale nella ripresa quando, di fatto, il Parma ha accelerato il passo, costruito diverse occasioni e chiuso la saracinesca in difesa, dove Chichizola è intervenuto solo nel finale a sventare il colpo di testa del neoentrato Gyomber.
I CAMBI. A proposito di neo entrati, per una volta, anche questa è una piacevole novità, chi è stato mandato in campo a gara in corso ha offerto il suo contributo alla causa. Da Camara, al primo gol tra i professionisti una manciata di secondi dopo aver rimpiazzato Man, a Sohm, autore di un pregevole “coast to coast” e più presente nella manovra, fino a Benedyczak, Bonny e Zagaritis, che non hanno fatto rimpiangere i titolari. Mihaila, rispedito indietro dall’Atalanta, ha trovato una confidenza con la porta mai avuta prima d’ora (è al terzo gol consecutivo), il “tuttofare” Bernabè dà l’opportunità di rifiatare ai vari Man e Vazquez, che dovranno essere gestiti, soprattutto, in questa primissima fase. E tra i meriti di Pecchia c’è anche la riscoperta di Valenti, che accanto a Romagnoli gioca decisamente in maniera più sicura e concentrata come tutta la retroguardia, attenta a non concedere nulla alla Salernitana. Un atteggiamento diverso improntato su autorevolezza e personalità, indispensabili per primeggiare nel torneo cadetto a cui anche i crociati si candidano come potenziali protagonisti.
MERCATO. Ecco perchè Pecchia, imbattuto in precampionato, dove di fronte alle compagini di serie A ha raccolto due vittorie (Lecce, Salernitana) e un pareggio (Sampdoria), ora meriterebbe uno sforzo in più da parte della società per avere a disposizione una rosa completa e altamente competitiva. E se a sinistra la presenza di Oosterwolde, Coulibaly e Zagaritis non impone l’urgenza di ulteriori innesti, è chiaro che davanti e sugli esterni (Man, non ancora brillante dopo il lungo stop, e Mihaila, in debito d’ossigeno nel finale, non possono fare gli straordinari) bisogna reperire rinforzi dal mercato. E, alla luce delle premesse, sarebbe un peccato non provarci nemmeno.