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I retroscena della svolta: così il Parma ha scelto Beppe

A cinque anni di distanza da un altro ribaltone illustre in Lega Pro la società crociata decide di cambiare rotta dopo due giorni di riflessioni

E’ notte fonda, Beppe Iachini esce dal suo nuovo ufficio. Sulla scrivania c’è tutta la programmazione delle prossime giornate. Fuori, nel bagagliaio della sua auto, l’ultima valigia. Dorme a Collecchio, la sua prossima base operativa, dove è entrato intorno alle 21 per non uscire più. L’era di Beppe al Parma è cominciata. Con lui parte la rincorsa verso un posto al sole e una promozione che è ancora possibile. Cinque anni fa, di questi tempi, il Parma riponeva le bandiere nel cassetto salutando un pezzo di storia gloriosa e preparandosi a scriverne un’altra. Era il 22 di novembre del 2016, quando sono stati sollevati dall’incarico il presidente Nevio Scala, il direttore dell’area tecnica Lorenzo Minotti, il direttore sportivo Andrea Galassi e l’allenatore Gigi Apolloni. Fatale la sconfitta con il Padova al Tardini. Era un martedì anche allora. Come oggi, con un giorno di ritardo rispetto a quell’anniversario, Kyle Krause da il ben servito a Maresca, dichiarando apertamente fallito il progetto nato nel nome del calcio spettacolo, quello che avrebbe dovuto dare spazio ai giovani e riportare il Parma in Serie A, accogliendo Beppe Iachini: idee diametralmente opposte rispetto al tecnico campano, che è stato un suo calciatore a Palermo, così come Franco Vazquez al quale il neo allenatore del Parma aveva restituito il sorriso ai tempi in Sicilia. “E’ impossibile che un come te non giochi. Io ti metterò sempre in campo – disse al Mudo Beppe”. E così ha fatto, fino a esaltarne le qualità.

Iachini torna a Parma dopo che Parma gli era costata un esonero. Uno 0-0 contro Liverani che lo aveva allontanato dalla panchina della Fiorentina, squadra che era riuscirà a salvare a fine campionato. Dopo due giorni di riflessioni, aveva prevalso l’idea di continuare con Maresca, contestato a fine partita domenica. Immediatamente, la linea della società era quella di dare fiducia al tecnico, blindato proprio da Ribalta dopo il 4-0 di Lecce. Ma la delusione per l’ennesima prestazione incolore del Parma, ha fatto infuriare anche i piani alti che – tramite Oliver – hanno potuto trasferire il malcontento del momento fin negli Stati Uniti. E il direttore tecnico Javier Ribalta ha fatto prevalere la sua linea, cercando di dotare il Parma di quello che serve in questo momento: un allenatore determinato, che sappia ricostituire il morale di un gruppo da rinvigorire per forza di cose sul mercato di gennaio, per correggere i difetti di una squadra che oggettivamente è stata bocciata dal campo. Pochi i 17 punti raccolti in 13 partite, tante le prestazioni non convincenti sotto la guida di Maresca.

Iachini arriva per correggere la rotta e staccarsi di dosso – una volta per tutte – l’etichetta di allenatore difensivista. Perché Beppe ha vinto quattro campionati attaccando, le sue squadre quasi sempre hanno avuto il centravanti che ha lottato per la classifica cannonieri. A Palermo faceva giocare quattro attaccanti, per dire. Beppe è uno pragmatico, una persona equilibrata e dedita al lavoro. Tattico, tecnico e psicologico, soprattutto. Per lui il risultato è determinante. Tutto il lavoro è finalizzato a ottenerlo. E le quattro promozioni con Chievo, Sampdoria, Brescia e Palermo lo testimoniano. E’ un allenatore che bada al sodo, niente idealismi, solo praciticità, indipendentemente dal modulo che attua: 3-5-2. La cultura del lavoro è sacra: basti pensare che intorno alle 21 di ieri sera è arrivato al centro sportivo di Collecchio, ha avuto il tempo di riabbracciare quello che è stato anche il suo team manager al Palermo, Alessio Cracolici, di fare la conoscenza del direttore sportivo Mauro Pederzoli e di visitare le strutture (palestra, spogliatoi e campo), prima di chiudersi in quello che sarà il suo ufficio e programmare la settimana che lo vedrà impegnato nella delicata trasferta di Como. E’ uscito a notte fonda solo per prendere una valigia che aveva nella sua auto, prima di rientrare velocemente, raggiunto dal suo vice Carillo e dal preparatore atletico Tafani.

Iachini probabilmente passerà le sue prossime giornate a Collecchio, all’interno del centro sportivo così come ha vissuto a Empoli. Il presidente Corsi doveva ‘cacciarlo’ per costringerlo a staccare. Pignolo, cura i dettagli e le prime ore gli sono già servite per programmare il lavoro che c’è da fare, oggi è atteso da una doppia seduta di allenamento. A una prima fase di conoscenza, seguirà poi il campo, come è normale che sia. Ma il tempo stringe, non bisogna lasciare indietro nulla. La questione del modulo diventa secondaria. Iachini ha giocato e vinto con tutti gli schieramenti: ha vinto con il 3-5-2, con il 4-3-3, con il trequartista fisso. E’ uno di quegli allenatori che si basa sui giocatori che ha a disposizione e plasma la squadra. E’ uno degli allenatori più vincenti in categoria, porterà a Parma il suo animo battagliero, quello che lo ha portato a fare la guerra contro tutti, a difendere Roberto Baggio, a correre e a ‘picchiare’ duro per il Divin Codino. In nome di un pragmatismo che forse si è un po’ perso a ogni livello.

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