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D’Aversa: “La rabbia non è scemata, il responsabile sono io”

“Non sono stato così bravo a trasmettere che la partita finisce il giorno dopo.  Si commettono errori che influenzano risultato e classifica”

Difficile dimenticare Cagliari, il Parma è ancora ferito. Non potrebbe essere altrimenti. La sconfitta di Cagliari certifica di fatto la retrocessione, ma c’è comunque un campionato da portare avanti. E soprattutto una partita come quella con la Juventus, che da queste parti vale più di tre punti. I tifosi chiedono uno scatto d’orgoglio: “La rabbia del post Cagliari non è scemata, per fortuna c’è una partita nell’immediato che ci fa ragionare a quella successiva. Giocare subito aiuta molto. Se dobbiamo star qui a motivare una squadra che gioca in Serie A e che gioca con la Juventus vuol dire che qualcosa non quadra. Alla base di ogni sogno di calciatore si sognano queste partite, non c’è bisogno di motivazioni ulteriori, altrimenti ci sarebbero problemi seri.  Ho un rapporto pessimo con la sconfitta, molto probabilmente le scorie le butterò via questa estate ma come tante altre cose successe in questo arco di tempo in cui sono qui, dove per motivi inspiegabili si sono buttati via punti che avrebbero modificato la classifica. Per fortuna, diciamo così, si gioca mercoledì. Noi dobbiamo affrontare ogni singola partita per fare il massimo. Dopo Cagliari si è cercato di ripartire, ora sappiamo che andiamo a fare una partita contro la Juve e sappiamo quanto la tifoseria ci tenga. La Juve è più forte di noi ma va affrontata con massimo impegno. L’obiettivo è molto difficile ma la matematica non dice che è impossibile.

Con il Cagliari abbiamo dominato – prosegue D’Aversa -, è sotto gli occhi di tutti. Abbiamo avuto occasioni per ampliare il risultato. Abbiamo delle pause, alle volte ci posizioniamo troppo bassi ma per un aspetto mentale e di paura, dovuto alla classifica in cui siamo. Il responsabile del fatto che fino al novantesimo dominiamo e poi non facciamo risultato sono io in primis, non sono stato così bravo a trasmettere che la partita finisce il giorno dopo. Se non è accaduto il responsabile sono io, premesso che si commettono errori che influenzano risultato e classifica. Per quanto riguarda gli infortuni e i cambi obbligati, quello alla lunga comporta il fatto di vincere o meno la partita. Ma io ragiono nel trasmettere la caratteristica di non mollare fino alla fine, è la quinta volta che accade da quando sono qui: significa avere punti che ci avrebbero portato fuori dalla posizione in cui siamo. Mi sento io responsabile.

Affrontare la Juventus mentalmente è più semplice? Me lo auguro, affrontare la partita in maniera più serena. L’ho sempre chiesto alla squadra, che non significa essere cattivi, ma chiaro che se noi quando difendiamo facciamo crossare il Cagliari, non sporchiamo il colpo di testa, queste cose influiscono. Mi auguro che questa situazione ci faccia giocare in maniera più libera. Quando si gioca con la Juve bisogna essere orgogliosi. Dobbiamo rispettare una maglia gloriosa che indossiamo, fino all’ultimo minuto. E non solo in partita, anche nel quotidiano”. 

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