L’ex responsabile del settore giovanile del Parma: “Si fermava sempre dopo l’allenamento a palleggiare e affinare il suo talento”
L’ha scoperto Fausto Pizzi: “Passavo tutti i giorni a vedere i suoi allenamenti nel Parma. Mi divertiva tantissimo con le sue giocate”. Chaka Traoré vive un sogno, lo deve all’ex fantasista del Parma di Scala, fino a quattro anni fa responsabile del Settore Giovanile del Parma. Un dieci, che di dieci se ne intende eccome.
Pizzi, come è arrivato a Traoré?
“Si allenava sui campi di via Zarotto, io all’epoca abitavo in via Torelli, poco distante. Dopo alcune segnalazioni avute dai miei osservatori andai personalmente a vederlo. Prima in allenamento e poi in partita. Lo abbiamo preso a costo zero, gli voglio bene come se fosse mio figlio”.
Cosa l’ha colpita di Chaka?
“Mi ha stupito tutto di lui: capacità tecniche e anche umiltà. Come se avesse la testa dei grandi: si fermava sempre anche dopo l’allenamento a palleggiare e affinare il suo talento e poi raccoglieva sempre il materiale usato, palloni e cinesini”.
Quando ha capito che sarebbe potuto essere da Parma?
“Una volta portai uno dei miei più grandi amici nel calcio, Antonello Ganappini (osservatore di squadre come Milan e Lazio che ha lavorato anche nel Parma ndc) a vedere la partita dell’Audace. Chaka aveva 12 anni e io dissi ad Antonello: ‘Vieni con me che ti porto a vedere un ragazzo che arriverà in serie A’. In realtà mi interessava molto il suo giudizio. Dopo 5 min siamo andati via, mi disse: ‘Fausto è forte, vai tranquillo’.
Quali sono le sue doti migliori?
“E’ fortissimo nell’uno contro uno, chiaramente stiamo parlando sempre di paragoni con i pari età. E’tecnico, e malgrado non abbia un fisico imponente, è forte anche di testa. Infatti all’esordio ha preso una palla dentro l area saltando sopra i difensori del Milan. Ha grande personalità, vuole sempre palla. Paura zero”.