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Dierckx studia da Kompany e Van Dijk: chi è il ragazzino che brucia le tappe

La maglia del Manchester United in camera, l’amore per il Belgio e l’educazione delle Fiandre: Daan ha stregato tutti

Dietro a Dessena e al mostro sacro Gigi Buffon c’è la sua faccia da bravo ragazzo, rigata dai ciuffi biondi belli folti. Magari non farà la storia, ma Daan Dierckx ha già accumulato qualche record. Gli è bastata una partita. A 17 anni e 237 giorni, è il terzo giocatore più giovane a esordire in Serie A con la maglia del Parma. Il primo 2003 a esordire in Serie A, e infine risulta essere il difensore più giovane partito titolare in questa stagione nei maggiori cinque campionati europei. Altro che progetto giovani. Il Parma di Krause, costretto a giocarsi la salvezza con i cerotti, ha pescato dall’Accademy più per necessità che per altro, affidandosi ai giovanissimi.

Sarà contento KK, che dall’Iowa cinguetta la sua felicità per l’esordio del teenager, ma sarà ancora più contento Roberto D’Aversa, che nel giorno in cui ha perso due punti ha ritrovato lo spirito giusto dei suoi e la fame per combattere certe battaglie. E questo giorno sarà anche quello di Daan, ragazzone impavido, dato in pasto alla Serie A in maniera inaspettata, aggregato alla prima squadra principalmente per bisogno, poi perché ha tecnica e personalità. Eppure era rimasto senza contratto, lasciato a casa dal Genk, ‘rapito’ dal Parma, pescato dal responsabile del settore giovanile Luca Piazzi e portato a Collecchio. Dove si è notata subito la tranquillità di un calciatore che, seppur giovane, ha mostrato il temperamento necessario per convincere Roberto D’Aversa a fidarsi di lui.

Quella personalità mostrata anche al Mapei nella partita contro il Sassuolo, lo porterà lontano, a patto che mantenga l’impronta dell’educazione impartita da una famiglia di lavoratori. Industriosi, quelli delle Fiandre, come amava dire l’imperatore Commodo ai tempi dell’Impero Romano. A Leuven, cittadina delle Fiandre, si cresce in fretta. Conserva un tocco di Parma, tra l’Università e le biciclette, è raccolta e ha una storia che si respira in ogni angolo della città fiamminga. Il beghinaggio di Lovanio è un piccolo quartiere dove un centinaio di antichi edifici ordinati si stagliano, riportando la memoria all’antichità. Mattoni rossi e pietra arenaria, tutto circondato di acqua. E’ qui che Daan è cresciuto. La disciplina, le origini di una famiglia umile e l’educazione che si riflette in campo. Lotta, governo, anticipi e contrasti vinti.

A testa alta, contro un avversario come il Sassuolo che cercava di imbucare il Parma nello stretto, cosa che è riuscita poche volte anche per merito di Dierckx, chiamato DDouble e cresciuto nel mito di Vincent Kompany, colonna dell’Anderlecht, visto da Daan con gli occhi di chi vede un mito. Da quando ha capito di nutrire una passione per il calcio, il giovanotto belga lo ha eletto a eroe, l’idolo invece e un altro difensore, Van Dijk del Liverpool. Per la sicurezza, per la personalità che mostra e per il fatto di essere un leader. Studia già da grande, Daan, che conserva ancora la sua prima maglia da calcio incorniciata nella sua stanza. Quella del Manchester United, regalatagli dal padre che poco tempo fa ha subito un intervento delicato a schiena e collo, tale da lasciarlo a casa dal lavoro. La famiglia è sulle spalle della madre la direttrice delle vendite di Makro (marchio noto di negozi al dettaglio), la prima a complimentarsi con il ragazzo nel giorno del debutto. Un giorno che Dierckx ricorderà per tutta la vita.

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