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ESCLUSIVA FP – Scozzarella: “Tifosi, non preoccupatevi: presto avremo una nostra identità”

Il regista del Parma, arrivato nel gennaio 2017 in Lega Pro, rassicura la piazza. “Siamo sempre usciti dai momenti difficili. Liverani? Esigente e intelligente”

Cambiano le stagioni e le categorie ma lui c’è sempre. Come un fedele compagno di viaggio sul quale sai di poter contare lungo l’intero tragitto. Matteo Scozzarella è il giocatore che milita al Parma da più tempo consecutivo (Ricci, in B e nei primi due anni di A, cercò fortuna altrove): la sua prima presenza tra le fila dei crociati risale al 22 gennaio 2017, quando subentrò a Corapi al 12′ della ripresa nel successo di misura sul Santarcangelo al Tardini in Lega Pro, anticipando di due settimane il debutto dell’altro “senatore” Iacoponi. 1419 giorni dopo con due promozioni e altrettante salvezze in serie A nel palmares, il centrocampista di Trieste, classe ’88, è ancora lì a dettare i tempi in cabina di regia. La concorrenza non gli è mai mancata ma, in un modo o nell’altro, prima D’Aversa e ora Liverani sanno di non poter rinunciare alle sue geometrie e alla capacità di interpretare al meglio le due fasi. Solo gli infortuni lo hanno frenato in questo esaltante quadriennio (89 le presenze collezionate tra campionato, Coppa Italia e play-off in Lega Pro) ma all’interno dello spogliatoio è uno di quei leader silenziosi che ogni compagno vorrebbe avere nella propria squadra. Logico, ora che si è ripreso il posto da titolare, chiedergli cosa non stia funzionando nel nuovo Parma trasformato dentro e fuori dal campo nel corso degli ultimi mesi.  “Sono cambiate tante cose -racconta in esclusiva a ForzaParma.it essendo qua da più anni io, rispetto agli altri, mi sto accorgendo di quanti cambiamenti ci siano stati in breve tempo. Dalla proprietà al direttore sportivo fino al tecnico: è normale che serva un po’ di adattamento, non dobbiamo prenderci troppo tempo però trovo quasi scontato che ci dovesse essere un inevitabile periodo di conoscenza. Speriamo duri il meno possibile“.

Da “senatore” in che modo ha vissuto questa “rivoluzione”?

Non sono cose che mi riguardano direttamente. Conoscendo la precedente proprietà il cambiamento è stato fatto esclusivamente per il bene del Parma e per assicurare al club un futuro ancora più roseo”.

Quali impressioni le ha suscitato il presidente Krause?

A dir la verità di grossi discorsi non ce ne sono stati ma la sensazione è che Krause sia un uomo ambizioso che abbia voglia di fare nello sport quello che è riuscito a realizzare nel mondo imprenditoriale. Sono più che sicuro sia una persona che voglia fare il meglio per il Parma“.

Come si sta trovando con Liverani?

Noi, e parlo a nome della squadra, abbiamo accettato volentieri ogni tipo di novità e stiamo cercando di aiutare anche il mister a far diventare realtà ciò che vorrebbe. E’ fisiologico che all’inizio sia tutto un po’ più complicato perchè il Parma aveva lo stesso allenatore (D’Aversa) da quattro stagioni, dai tempi della Lega Pro, e i suoi metodi erano stati ormai metabolizzati da tutti quindi era più facile insegnarli anche ai nuovi. Utopistico pensare che da una partita all’altra il Parma cambi radicalmente filosofia e modo di giocare però adesso pian pianino qualcosa si sta iniziando a vedere”.

Dica la verità: da giovane si ispirava a Liverani?

In quella posizione era troppo più forte degli altri. Non lo fa pesare ma in cuor suo è consapevole di esser stato superiore a tutti noi. Per chi fa il mio ruolo ed è nato a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta i riferimenti italiani erano Pirlo, Liverani e Corini che mi piacevano tantissimo. E Liverani, a detta di chi ci ha giocato insieme e contro, aveva qualcosa in più rispetto agli altri registi“.

Occupando la stessa zona le chiede qualcosa di specifico in allenamento?

E’ esigente ma, allo stesso tempo, intelligente, sa che ogni giocatore ha le proprie caratteristiche e non potrebbe mai pretendere quello che faceva lui in campo dai ragazzi che oggi ricoprono il suo ruolo“.

Come si sta integrando il gruppo tra “vecchi” e nuovi?

Abbiamo sempre avuto lo stesso approccio nei confronti dei ragazzi che sono arrivati, cercando di metterli a loro agio anche fuori dal campo. Quest’anno, al di là delle difficoltà linguistiche, si è creato un gruppo che sta insieme con piacere, la lingua e la provenienza da campionati diversi possono condizionare il percorso iniziale di qualcuno ma sono convinto che, trattandosi di ragazzi intelligenti e ottimi giocatori, è solo questione di tempo e ci daranno una grande mano“.

Cosa si sente di dire ai tifosi?

Ogni anno abbiamo affrontato un periodo in cui le cose non andavano come avremmo voluto e ne siamo sempre usciti bene. Da parte loro c’è sempre stata la critica senza mai esagerare e dal canto nostro abbiamo cercato di fare il meglio sia per noi che per tutte le persone che hanno a cuore il Parma. A livello numerico e di punti, non cambia moltissimo rispetto a quanto abbiamo raccolto nella passata stagione fino alla decima giornata, è normale che ogni anno la piazza si aspetti di vivere una situazione migliore. Quest’inizio, per diversi motivi, è stato più impegnativo di quello degli ultimi campionati ma io vedo sempre il bicchiere mezzo pieno e mai mezzo vuoto. Per cui invito i tifosi a non preoccuparsi eccessivamente“.

Quanto vi sta mancando il pubblico?

E’ difficile immaginare il calcio senza tifo perchè è parte integrante di una partita e ti condiziona mentre giochi. A me manca molto, chiaro che la salute è la priorità del Paese in questo momento però l’augurio è che al più presto si possa tornare negli stadi. Quando ci sono persone che assistono alla partita dagli spalti, l’agonismo è completamente diverso e noi per come siamo fatti ne abbiamo bisogno”.

Cosa rappresenta Parma per lei?

Sono legatissimo alla città e lo sarò anche dopo che arriverà il giorno in cui le nostre strade si separeranno. Al di là di un’esperienza bellissima, Parma mi ha dato la possibilità, in maniera più o meno importante, di entrare a far parte di una società che quando ero un ragazzino seguivo in televisione con più piacere. Vorrei rimanere il più a lungo possibile ma già il fatto di esser qui da tanto tempo e aver vissuto grandi emozioni in questi anni mi inorgoglisce ogni giorno di più e mi fa ringraziare le scelte compiute in passato, che magari all’epoca potevano essere inusuali ma ora rifarei altre mille volte“.

Qual è stato il momento più bello?

E’ veramente dura perchè ogni anno abbiamo fatto qualcosa di più. Se dovessi scegliere un momento che ricordo in maniera più forte, probabilmente direi la salvezza in casa con la Fiorentina di due stagioni fa che mi ha dato la sensazione di aver chiuso un cerchio che si era aperto due anni e mezzo prima in Lega Pro“.

Cambiano i compagni ma Scozzarella ogni anno riesce a trovare il proprio spazio. Come se lo spiega?

E’ una costante che non ho mai vissuto con ansia nel senso che durante la mia carriera ho ottenuto quello che mi sono guadagnato e sudato sul campo. Il fatto di partire inizialmente un po’ indietro nelle gerarchie mi dà stimolo, non mi sono mai indispettito per le scelte ma ho sempre cercato di far capire che potevo essere la soluzione giusta al momento giusto. Ovviamente non dipende solo da me però mi piace far vedere di essere utile per la squadra, per la società e per i compagni. Ed è la cosa che mi riprometto alla vigilia di ogni stagione”.

Come ha affrontato l’esperienza del Covid?

Sia io che la mia famiglia siamo stati bene, non abbiamo avuto nessun problema dal punto di vista fisico e della salute. E’ stata una fortuna perchè confrontandomi con persone che hanno vissuto in prima linea questa malattia e soffrono per colpa del virus, capisco che la situazione fosse complicata in passato e la sia ancora adesso. La positività mi ha responsabilizzato di più, finchè non la tocchi con mano non percepisci la paura che può fare a te ma, soprattutto, agli altri. Non che sottovalutassi la cosa ma quando la vivi in prima persona ti accorgi che quello che succede intorno a te è reale e bisogna prestare la massima attenzione“.

Quanta voglia ha di segnare il primo gol con la maglia del Parma?

Sarebbe una bella emozione, prima o poi uno mi piacerebbe farlo. Non è mai stata un’angoscia altrimenti anche le mie prestazioni ne avrebbero risentito. Non è un problema, lo considero un regalo che vorrei farmi per suggellare i miei quattro anni trascorsi nel Parma“. 

Cosa chiede al 2021?

Come squadra mi aspetto che possa arrivare il prima possibile un’identità definitiva e quando succederà si noterà attraverso le prestazioni e i risultati. E a livello personale il mio auspicio è di poter essere d’aiuto e farlo nel migliore dei modi sperando di lasciarmi alle spalle qualche fastidio fisico“.

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