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Derby a stelle e strisce: KK sfida Rocco

Primo confronto tra Krause e Commisso, i due presidenti americani di Parma e Fiorentina accomunati dalla passione per l’Italia e il calcio

Des Moines e Saddle River distano 1110 miglia, all’incirca 1790 chilometri e oltre sedici ore in macchina. Ma domani sera saranno unite idealmente nel primo derby in serie A tra Kyle Krause e Rocco Commisso, i due proprietari americani di Parma e Fiorentina che si affronteranno allo stadio Tardini. Così lontani geograficamente, eppure così vicini in termini di valori, passioni e fiuto per il business. Che ha convinto entrambi, seppur in tempi diversi, a investire nel calcio italiano, nonostante l’evidente calo di appeal e risultati negli ultimi anni. Krause, che ha perso finora l’unico confronto con un collega oltreoceano (il canadese Joey Saputo del Bologna), sogna già lo scherzetto a Commisso che festeggerà la cinquantesima partita da presidente dei viola, incapaci di invertire il trend non troppo positivo di questa fase storica anche sotto la sua gestione. Kum&Go e Mediacom le aziende che hanno permesso ai due imprenditori di farsi conoscere negli Usa e, di riflesso, anche nel mondo.

AMORE PER L’ITALIA. Ad accomunarli, in primis, le origini e l’amore per l’Italia come del resto molti dei loro connazionali. In fondo le radici non tradiscono: Rocco è nato in Calabria a Marina di Gioiosa Ionica prima di trasferirsi a New York all’età di dodici anni assieme alla madre e alle due sorelle per raggiungere il padre Giuseppe, falegname in Pennsylvania. Kyle, fin da piccolo, ascoltava i racconti di mamma Nancy, figlia di emigrati che partirono per gli Stati Uniti all’inizio del secolo scorso e si innamorò all’istante del Belpaese. Le acquisizioni della cantina Enrico Serafino e dell’azienda vinicola Vietti nelle Langhe hanno preceduto l’ingresso nel Parma da socio di maggioranza dove, complessivamente, tra obblighi di riscatto e l’innesto di giovani promettenti ha già speso 80 milioni sul mercato.

LA PASSIONE PER IL CALCIO. Già, il mondo del pallone è un chiodo fisso per i due imprenditori che possiedono un club anche in America: Krause guida i Des Moines Menace, la squadra della sua città che milita in Usl League Two, Commisso dal 2017 è proprietario dei gloriosi New York Cosmos iscritti al campionato Nisa, terzo livello del calcio statunitense. I loro continui viaggi in Italia e la volontà di seguire il più possibile le vicende delle rispettive società testimoniano l’attaccamento alle due piazze che ha portato a rinnegare la fede per i colori bianconeri.

JUVE LONTANA. Entrambi tifavano o, meglio, seguivano attentamente la Juventus poi si sono “rimodellati” strada facendo: ormai celebre il gesto di Krause che, il giorno prima della nomina, staccò lo stemma della Vecchia Signora e incollò quello del Parma al suo laptop così come la conferenza di Commisso del 2 febbraio scorso quando rispose per le rime a Nedved e contestò apertamente l’operato dell’arbitro Pasqua e del Var che concessero due rigori dubbi a Ronaldo e compagni.

INFRASTRUTTURE. Ma il business si allarga anche alle infrastrutture: se KK ha sposato il progetto di riqualificazione dello stadio Tardini, percorso già intrapreso dai sette soci di Nuovo Inizio e che entrerà nel vivo dal settembre 2021, il manager del New Jersey ha presentato un mese fa quello che sarà il nuovo centro sportivo della Fiorentina, ribattezzato il Viola Park, nel comune di Bagno a Ripoli, i cui lavori inizieranno già a gennaio.

RETROSCENA. Sposati con due figli, il derby a stelle e strisce include, per non farsi mancare nulla, un retroscena a dir poco clamoroso. Come ammesso nella sua prima conferenza stampa nel giugno del 2019, Commisso, prima di acquistare la Fiorentina, si interessò, tra le altre, a Milan, Palermo e, soprattutto, Parma che sembrava davvero vicinissimo a passare nelle sue mani. Poi all’ultimo l’affare saltò non distogliendo, però, il pensiero di buttarsi a capofitto nel calcio italiano. Scelta analoga a quella compiuta un anno e mezzo dopo dal connazionale Krause: “good luck, man” si diranno domani l’un l’altro in maniera virtuale ma alla fine forse soltanto uno potrà gioire.

 

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